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VIA DEI SERVI |
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E' questo il secondo romanzo di Claudio Calandra, carnico di Paluzza, uscito nel 1999 per i tipi della Marsilio. Per una visione d'insieme della produzione letteraria di questo autore vai al suo scaffale.
Nella vita di Alessandro Brusantini, il contradditorio protagonista di questo romanzo ambientato alle soglie del II conflitto mondiale, esistevano due "Via dei Servi".
Quella di Reggio Emilia, che lui cercherà inutilmente di dimenticare, perchè era lì che ogni volta veniva trascinato con i ferri ai polsi il padre, a scontare il suo caparbio credo socialista.
Poi c'era la "Via dei Servi" a Modena, sulla quale si affacciavano i palazzotti della nobiltà più antica e le dimore
pretenziose della nuova borghesia ricca e rampante e dove il nostro maestro Brusantini, dopo aver vinto il regio concorso a ruolo, andrà ad abitare, crogiolandosi in quella "dignità" finalmente raggiunta dopo anni di collegio dai frati e di miseria nera a casa.
Una dignità pagata prima con l'abbandono della madre e il tradimento di quegli ideali ai quali il padre aveva sacrificato la vita, poi con il tormento di un'ambizione senza più limiti che lo porterà ad avventurarsi in un sogno di nobiltà del quale non riuscirà a sopportare l'alba.
Un sogno nato per caso o forse per uno scherzo
del destino, una domenica di luglio nella canonica di don Rodolfo, lassù tra i calanchi dell'Appennino reggiano dove Brusantini era nato e dove aveva imparato che "è la ricchezza ad avere esponenti diversi" mentre la miseria è come lo zero: comunque la si elevi, dà sempre miseria e basta.
Il critico e giornalista Giovanni Antonucci, dopo aver letto questo originale romanzo, lo giudica "intenso, coinvolgente, amaro per atnti versi, eppure percorso da una profonda fiducia nell'uomo e nella sua capacità di opporsi al conformismo, all'ideologismo, alla violenza della menzogna. Un messaggio (quello di Claudio Calandra) che non ha nulla di moralistico o di conformistico, perchè proviene da una concezione della vita profonda e sentita".