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IL
TEMPIO OSSARIO DI TIMAU
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Questo
libro è stato recentemente stampato dalla Tipografia Cortolezzis
di Paluzza per conto dell'Istituto di Cultura Timavese.
Uno degli
autori (Mauro Unfer) è già noto ai
cibernauti della nostra biblioteca soprattutto per la sua lunga e
meritoria attività di
caporedattore dei QUADERNI DI CULTURA TIMAVESE; l'altro (Rocco
Tedino)
credo sia ancora del tutto sconosciuto alla nostra "famiglia" biblofila.
L'opera, di ben 260 pagine (prezzo non indicato), si presenta sotto
una veste grafica pregevole e quasi lussuosa, molto ben congegnata
nella
successione
dei capitoli
che subentrano l'uno all'altro con sottotitoli poetici ed icone di
rimando molto suggestive.
Il
contenuto del libro è presto detto: vi si racconta la storia
e la vita di un antico SANTUARIO DEVOZIONALE (dedicato al
Cristo Crocifisso) citato nei documenti antichi
fin dal XIII secolo,
che aveva fatto di Timau (già importante punto di transito
commerciale-militare fin dall'epoca romana) anche un centro di cristianità e
di pietà
taumaturgica (prodigi e miracoli avvenuti in circostanze diverse,
segnalati in antichi registri...). Questo antico santuario cristiano
(forse sorto
su un precedente sito cultuale celtico dedicato al dio Timavo) ebbe
nei secoli passati un ruolo di assoluto prestigio, se si pensa che
era noto e frequentato non solo da moltissimi valligiani di Carnia,
ma anche dai tedeschi della vicina Carinzia ed anche dai Friulani.
Di
questa epoca trascorsa, nel libro, sono riportati documenti interessanti
e trascrizioni molto importanti. Addirittura vi sono fotografie del
1800 che ritraggono questo antico santuario nelle sue originarie
fattezze (architettura tipicamente alpino-carinziana, con la scritta
latina sul frontone: SANCTUARIUM SS. CRUCIFIXI)
che suscitano davvero curiosità e
sorpresa (vedi alette di copertina).
La
parte preponderante del libro però (oltre 240 pagine)
si riferisce agli ultimi
100 anni di storia, quando questo antico santuario venne
totalmente distrutto dall'incendio appiccato
dall'esercito italiano in fuga nel novembre 1917 (rotta
di Caporetto),
che lo aveva trasformato in deposito viveri e munizioni. Esso conobbe
allora un breve periodo
di iniziale decadenza
e abbandono, fino a quando venne totalmente ricostruto quasi
identico nel 1921 dal Ministero Terre Liberate (vedi foto a pagina
37: la nuova scritta latina sul pronao riedificato diceva: SANCTUARIUM
SS. CRUCIFIXI ANNO MCMXXI).
Ebbene, pur essendo stato ristabilito
secondo
le splendide
antiche linee
architettoniche,
questo "Santuario del Crocifisso" fu infine demolito
e incredibilmente trasformato
in CIMITERO-OSSARIO MILITARE (trasformazione definitiva
avvenuta nel 1937), accogliente le ossa
di oltre 1700 militari caduti sul Fronte Carnia nella Guerra
1915-18.
Tale progetto fu tenacemente perseguito da don Tita
Bulfon,
parroco di Timau, che volle a tutti i costi trattenere in loco i
resti mortali dei caduti sulle montagne circostanti (Pal Piccolo,
Freikofel, Pal
Grande...) che temporaneamente, dopo la esumazione dal cimitero
di guerra timavese, erano stati posti in piccole cassette metalliche
ammassate proprio all'interno
dell'antico
Santuario del Crocifisso...
Se è consentito
al recensore una piccola digressione, avrei preferito che l'antico
santuario, carico di storia quasi millenaria e di ricordi,
fosse
stato conservato e che il Tempio Ossario fosse stato costruito
ex novo (considerando anche i costi aggiuntivi di demolizione del
santuario e
considerando pure la successiva costruzione ex novo della esageratamente
grande chiesa di Cristo Re in Timau, che oggi è poco distante
dalla vecchia e tuttora funzionante chiesa di S. Gertrude)... So
bene tuttavia che occorre contestualizzare questi fatti
in quel preciso periodo storico
che esigeva un atteggiamento di questo tipo. Oggi probabilmente
tutti concorderebbero sul fatto che allora si trattò di un
grossolano errore di prospettiva.
Così, dopo secoli
e secoli di culto devozionale legato alla immagine del Crocifisso
cui furono attribuiti numerosi prodigi e miracoli, l'antico
santuario perse totalmente la sua linea architettonica e gran parte
del suo plurisecolare ruolo, per assumere un significato ed un profilo
architettonico totalmente nuovo e diverso (tipica espressione di architettura
del Ventennio Fascista) che in nulla richiama
l'antico edificio di culto (addirittura i "mattoni" di
buona parte dei muri
odierni sono costituiti, e non solo idealmente, dalle urne funerarie
dei
soldati
morti in guerra). La stessa denominazione attuale (tempio) si discosta
tantissimo dall'antico titolo di Santuario...
Ebbene, degli ultimi 100 anni di storia, il libro presenta una estrema
dovizia di particolari e di racconti, precipuamente incentrati sulla
guerra
mondiale del 15-18: testimonianze, fotografie, rilievi... fino alla
storica visita del Presidente della Repubblica Italiana a Timau nel
1997, quando conferì la M.O.V.M. alla memoria della portatrice
carnica M. P. Mentil.
Molto materiale
inedito è stato raccolto e organizzato; altro materiale è stato riportato
da precedenti pubblicazioni monografiche (specie dai QUADERNI DI
CULTURA TIMAVESE, che costituiscono una ricchissima miniera di informazioni
locali e che sono presenti anche nella nostra biblioteca).
Il libro termina
con il lunghissimo elenco di tutti i militari (italiani
e austriaci) i cui resti mortali sono conservati nel Tempio Ossario
di Timau.
Da
segnalare alcune piccole incongruenze (tratti eccessivamente
prolissi, inutile reiterazione di testi e di concetti, fotografie
ripetute più volte...) che tuttavia
sono di tipo assolutamente veniale rispetto alla gran mole documentaria
pubblicata e alla globale economia dell'opera che si presenta come
la più completa
storia del TEMPIO OSSARIO DI TIMAU, dalla sua nascita (1937) ai nostri
giorni.
Certamente se la prima parte del libro, quella dedicata all'antico
Santuario del Crocifisso, fosse stata più ampia e ricca di
documentazione, l'opera sarebbe risultata più bilanciata,
tuttavia, alla luce del titolo stesso dato all'opera (che verte
eminentemente sul Tempio Ossario), il risultato complessivo può ritenersi
molto positivo ed esauriente ed i due autori possono tranquillamente
essere soddisfatti della loro
fatica letteraria, che sarà apprezzata non solo dai timavesi stanziali
e da quelli dispersi nel mondo, ma anche da tutti coloro che nutrono
interesse sensibilità e amore per questi particolari aspetti della
nostra storia
recente e passata.