SCOLTE...

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L'autore di questo libro (CIRO DI GLERIA) è di Paularo; il coordinatore (ANGELO SCARSINI) è di Imponzo. Questi due co-autori hanno realizzato un singolare accostamento, inedito finora in Carnia: POESIE & MUSICHE. Non è che questi due generi artistici siano troppo distanti tra loro (basti pensare ai più famosi cantautori ed ai loro componimenti poetici musicati), ma qui la musica (spesso corredata anche dal testo) è di tutt'altra tipologia: è musica folkloristica che deriva in buona parte dal filone bandistico. Spieghiamo:

Ciro Di Gleria fin da piccolo è stato attratto dalla musica e fin da piccolo ha imparato a suonare vari strumenti, sostanzialmente da autodidatta: ha contribuito poi a dare vita, insieme ad altri paesani, a vari complessini musicali fin dagli anni '50 (La Sempre Allegra, Alpen Echo... da ultimo è componente della Filarmonica Nascimbeni di Paularo). Durante questa sua lunga esperienza, ha sviluppato due generi musicali prevalentemente: quello folk e quello bandistico. Per tale motivo anche le sue composizioni risentono grandemente di questo influsso musicale. Ora il libro riporta gli spartiti musicali di tutte le sue composizioni (ben 25, alcune delle quali corredate anche dal testo, a volte davvero poetico) e su questo aspetto non sono in grado di esprimere giudizi critici, poichè non ho assolutamente la preparazione e la cultura musicale minima per poterlo fare. Ripeto però che osservare questi spartiti, così puliti e così misteriosi nel loro fluire di crome e semicrome con impennate di minime e semiminime, mi lascia positivamente impressionato, anche se non ho mai avuto il piacere di ascoltare questa musica di Ciro (ho tuttavia la impercettibile sensazione che questa musica sia molto valida, al di là di altre considerazioni puramente tecniche, sulle quali si è autorevolmente soffermato nello stesso libro il maestro Giovanni Canciani, padre della Mozartina).

Posso però esprimere un giudizio sul versante strettamente poetico e debbo dire che la antologia di POESIE FRIULANE di Ciro mi ha davvero toccato e commosso per i motivi che vado a elencare:
1. l'autore non va alla ricerca di rime baciate o alternate nè di tecnicismi: il suo verso ha il pregio della spontaneità, della genuinità, dell'immediatezza. Non si sofferma ad autocontemplarsi nè esibisce toni autoreferenziali. La sua poesia sgorga cristallina, pura e semplice come l'acqua di Carnia...
2. l'autore sa utilizzare con la massima disinvoltura termini friulani (di Paularo, ma non solo) che ormai sono quasi del tutto desueti e di cui pochissimi conoscono il significato recondito. E Ciro, per non annoiare o deludere il lettore, che fa? Inserisce un lungo glossario di parole friulane decadute e già questo fatto rende il libro prezioso e utilissimo per chi ama lo studio della glottologia.
3. l'autore (con Angelo Scarsini) apre il suo libro con una dedica speciale a pre Toni Beline, già parroco nell'Incarojo negli anni '70; e in questa dedica, immette tre fotografie del prete recentemente scomparso: una di queste (in B/N) è stupenda e riprende pre Toni durante l'elevazione dell'ostia in una Messa all'aperto, circondato dalle donne di Carnia...

Siccome Ciro non è uno "studiato" ma un umile cjargnel con una lunghissima esperienza di duro lavoro sulle spalle (muratore), ritengo che questo suo altrettanto duro lavoro letterario-musicale gli valga tutta la nostra stima ed ammirazione e gli consenta quella gratificazione personale che forse il lavoro di una vita non gli ha concesso. Mi auguro che le sue composizioni musicali possano essere presto disponibili su audiocassetta o CD.

 

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