RICORDI E NOSTALGIE

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Ilario Gortani, classe 1944, del casato dei Gortani di Cabia, ramo Marians, viene qui raccontando la saga della sua numerosa famiglia, sia in ascendenza che in lateralità e discendenza (anche se non diretta), lumeggiando ogni parente con rapide pennellate di schietta ammirazione...

E poi tanti altri personaggi, tanti aneddoti, tante curiosità... tanto lavoro, tanto sudore, tante cose, tanti animali... mucche, tori, pecore, maiali, capre...

Al punto che, in ultima analisi, questo lavoro autobiografico si risolve nell'elogio della malga e di tutto il rurale mondo che ruota(va) attorno ad essa: casari, malghesi, pastori, farinaries, latârs... in un linguaggio semplice e immediato (l'autore non è "studiato" e lo rivendica) ricco di innocui friulanismi e innocenti ripetizioni, che rendono più verace e sincero questo lungo racconto, che si snoda tra abetaie e pascoli, a un passo dal cielo, sotto il severo sguardo di rocce a strapiombo.


Pittoreschi personaggi (Ferruccio dal Kuk, Pierinut, Zuan dai Cunins, il Giuf, il Bigjo, il Foraboschi...) si alternano in una girandola di microstorie che raccontano la vita di un tempo (neppure tanto lontano) in malga, con tutti i diversi problemi connessi e gli aspetti meno conosciuti.
In controluce si legge anche (o soprattutto) la lenta inesorabile trasformazione di questo vecchio mondo rurale alpino che nel breve arco di pochissimi decenni abbandona metodi e strumenti ormai obsoleti per volgersi verso moderne e più tecnologiche utilizzazioni.
Ed è anche, infine, un facile e utilissimo vocabolario per fissare nella memoria un lungo catalogo di termini ormai desueti o rimasti sempre sconosciuti alla stragrande maggioranza della gente, che qui vengono, forse per l'ultima volta, evocati citati e utilizzati nel loro ambiente naturale, ormai in via di definitiva scomparsa.
E nell'avvertire questo lento tramonto, anche l'autore sente il bisogno di esprimere, nelle ultime pagine, un sentimento di rimpianto e di nostalgia che non è la solita espressione del laudator temporis acti ma un più profondo senso di appartenenza ad un modo che non tornerà più, suggellato visivamente da un rimarchevole e ricco apparato iconografico in b/n totalmente inedito.

L'azione maiuetica per questo lavoro è stata condotta da un lato dalla dr.ssa Lucia Piani e dal prof. Mauro Pascolini e dall'altro da un sempre solerte Igino Dorissa, anche se, a dire il vero, l'impianto tipografico non soddisferà i gusti più raffinati.

Per contatti con l'autore: 339 385 6516

 


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