Nel 1994 Gianni Oberto di Paularo pubblicò presso Chiandetti questa importante raccolta di testimonianze locali su un episodio controverso e doloroso avvenuto nell'Incarojo nell'ottobre 1944.

Il lavoro presenta più parti che concorrono a focalizzare meglio gli avvenimenti:

- la cornice storica iniziale, tratteggiata per una più facile collocazione spazio-temporale dei fatti da parte del lettore, risulta ottima come sintesi e chiara come impostazione perchè si sofferma ad analizzare particolari storici che molti solitamente danno per acquisiti. Le cartine a corredo sono di facile ed immediata comprensione.

- segue l'elenco nominativo dei deportati del Comune di Paularo che purtroppo, come sottolinea l'autore, non è completo a causa di lacune documentali e smemoratezze di testimoni.

- la serie delle testimonianze raccolte costituisce la parte più cospicua dell'intero lavoro. Nel racconto dei vari intervistati, meticolosamente trascritto dall'autore, si susseguono ed emergono ricordi precisi e circostanze incontrovertibili che, insieme, offrono un quadro esaustivo di quei terribili giorni a Paularo. Ines Reputin, Felicita Revelant, Fanny Ferigo, Giacomina Del Negro, Cecilia Dereani, Marino Gortan, Giacomo Revelant, Quinto Moro, Lucio Del Negro portano ciascuno un contributo di verità parziale che, nell'economia globale di questa ricerca storica orale, vanno a costituire un quadro significativo e verosimile che viene così affidato per sempre alla Storia.

- la parte finale si occupa di quello che accadeva in Paularo, mentre i deportati soffrivano e morivano nei lager nazisti. E qui si colgono varie sfumature e piccoli indizi che vogliono descrivere una situazione non certo facile nè chiara e non ancora completamente delineabile nella sua interezza: la gente infatti temeva sia i partigiani che i tedeschi e forse meno di tutti proprio i cosacchi...

- La iconografia in b/n, che documenta e valorizza il testo, è inedita e apporta un ulteriore valore aggiunto di verità all'intero racconto.