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PIERABECH
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Si tratta di un arioso e allegro revival dei primi tre decenni che la gioventù della parrocchia di S. Marco di Udine ha trascorso in questa località del comune di Forni Avoltri, sia nei mesi estivi che nei periodi di Capodanno.
Molti i collaboratori, tantissime le tematiche, tutte incentrate sull'amicizia e la solidarietà di gruppo.
I testi sono di due tipologie: inediti (e sono quelli che raccontano la nostalgia di quegli anni rampanti) e già editi (e sono rappresentati dalla riproduzione di moltissimi articoli comparsi all'epoca sul giornalino).
E' un continuo di susseguirsi
di flash back, di affioramenti, di riscoperte, di impensati ritrovamenti...
Le figure principali che emergono, restano quelle di don Gelindo e di don Gastone (entrambi deceduti)
che furono il motore generatore e stabilizzatore di quelle impareggiabili esperienze comunitarie.
L'apparato iconografico della memoria costituisce la parte preponderante di questa pubblicazione
perchè tutto ruota attorno a queste vecchie immagini in b/n che fungono da appigli mnemonici e da insostituibili chiavi per aprire vecchi cassetti, rimasti forse chiusi per anni.
Anche i disegni che qua e là ravvivano le pagine, esprimono bene la temperie di quegli anni beati, quando l'unica preoccupazione era quella di stare insieme per intere settimane, condividendo ogni ora del giorno e della notte...
Ma
quel che maggiormente conta per questa biblioteca di Carnia è costituito dalle pagine finali dove vengono descritte la "famose" e rituali gite attorno a Pierabech: ogni itinerario è esattamente indicato da una cartina Tabacchi, le foto a corredo sono a colori, la bellezza dei luoghi appare incontaminata.
Molto belli anche i quadretti, realizzati allora da alcuni partecipanti, che descrivono il magico luogo di Pierabech...
Il geologo Corrado Venturini è presente in questa pubblicazione
con due personali contributi:
- la
introduzione (che brilla per l'originalità della presentazione del sito, che viene oniricamente offerto nelle sue peculiari caratteristiche, a partire da 17.000 anni fa: nè poteva essere altrimenti!).
-
la poesia finale (che in 5 strofe racconta l'esperienza di quei "formidabili" anni).
E un Corrado Venturini che apre e chiude questa pubblicazione è davvero un sigillo di garanzia e serietà per questa apologia di Pierabech in Carnia!