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LIS
BARONADIS DI PINOCHIO
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Nel
1977 pre Toni Beline era parroco di Valle e Rivalpo e maestro elementare
a Trelli in Val d'Incarojo (Carnia orientale). Era canonico della
pieve-cattedrale di S. Pietro di Carnia.
Fumava troppo (purtroppo) e di lì a poco (1978)
avrebbe conosciuto la prima stazione della sua Via Crucis terrena
(un grave infarto intestinale che ne fiaccò subito la forte fibra
carnico-friulana).
Ebbene in questo fortunato e tranquillo tempo della sua esistenza, pre Toni
compì il suo primo gesto d'amore verso i suoi scolari treleani: tradusse
in friulano le "Avventure di Pinocchio" di Carlo Collodi.
Questa fu una delle sue prime opere (rivolte ai bambini) più consistenti
sia per l'impegno profuso sia per l'editrice che lo pubblicò (Fratelli
Ribis di Udine).
La storia di Pinocchio la conosciamo tutti più o meno, perchè ci
è stata raccontata dai genitori, dalla maestra, dalla televisione,
dal cinema: basti pensare allo splendido Pinocchio di Comencini,
interpretato (oltre 30 anni fa) da Nino Manfredi,
Andrea Balestri, Franco e Ciccio, Gina Lollobrigida oppure al recentissimo (ma
deludente) Pinocchio di Roberto Benigni.
Il Pinocchio di pre Toni si discosta nettamente da queste moderne
rielaborazioni visive e resta aderente allo scritto di Collodi:
per questo appare più fresco e naturale, più vicino alla
sensibilità dei bambini che possono così
più facilmente liberare la fantasia e darle corda per un viaggio
interminabile alla scoperta dei vizi e delle virtù dell'uomo che non
ha tempo...
Se alla freschezza di Collodi associamo poi la scoppiettante
lingua friulana di pre Toni, il risultato diventa davvero eccezionale,
perchè il friulano si adatta assai bene al tipo di racconto che viene
così maggiormente esaltato a tratti in maniera molto simpatica
e divertente.
I dialoghi soprattutto paiono valorizzati dal vernacolo friulano, come
pure alcuni nomi dei protagonisti: Sefut (Geppetto), l'Agane (fata
Turchina), il paîs
dai matez (Il paese
dei balocchi)...
Forse avrebbe dovuto friulanizzare Pinocchio in Sbernocjo (ma
probabilmente pre Toni non se l'è sentita di "sfregiare" il protagonista
di Collodi)...
Una gran bel libro (illustrato da Giancarlo Gualandra)
che meriterebbe una rivisitazione letteraria (alla riscoperta
del primo pre Toni Bellina) ed una diffusione scolastica come testo di
lettura,
tanto è attuale e soprattutto pregnante
di marilenghe schietta e priva di italianismi o, peggio, di inglesismi.
Dedicato certamente alla giovani coppie carniche e friulane per
un tentativo di disintossicazione dei propri figli piccoli da internet
e dalla televisione
italiana che, oltre a tanta spazzatura, propone ben poco di istruttivo.