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LA
NEVE DELLA SPERANZA
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L'autore
di queste splendide e commoventi storie vere non
è solo il medico carnico che presta la sua opera nell'ospedale
di Tolmezzo, ma è soprattutto l'uomo che, osservando sentendo
annusando tastando
corpi, avverte anche il
palpito silenzioso dei loro cuori, intuisce anche il fremito dei
loro sentimenti, percepisce anche il moto interiore delle loro anime:
in una parola, l'autore sente su di sè il "peso" complessivo
della persona che gli sta di fronte e ne decifra tutta l'umanità.
Il libro, autobiografico (costo euro 12),
si compone di vari racconti, in ognuno dei quali emerge e si delinea
un percorso sempre diverso
che conduce ad una diagnosi non sempre semplice, facile
o scontata.
Sono
molte le riflessioni che sgorgano dopo la lettura di questo profondo
e significativo libro che ad ogni episodio ti prende e ti coinvolge,
in una continua successione di emozioni improvvise, a volte dolorose,
anche forti, sempre comunque suscitate dalla sofferenza
umana in tutte le sue molteplici espressioni e disvelamenti.
Questo
libro è scritto da un medico ma non è un libro per
soli medici, anche se i primi destinatari sono proprio i colleghi,
i quali a volte eludono quell'elemento basilare dell'arte medica: il
rapporto con il malato. I medici (e soprattutto i giovani
medici o gli studenti di medicina) qui troveranno dieci
bellissime lezioni, semplici e lineari, sulla semeiotica,
sui segni misteriosi
delle malattie, sulla loro eziologia (le cause) e sulla
loro patogenesi (come si formano e si sviluppano). Ma quel che più
interessa resta il suggerimento subliminale che
trapela in ogni pagina: ascoltate i vostri malati, dedicate
loro del tempo, siate curiosi
e non frettolosi...
Altri due
messaggi fondamentali invia ancora Agostinis da questi racconti:
non
lasciamoci sedurre eccessivamente da tutte le sofisticate tecnologie
moderne (TAC,
Risonanza,
PET, SPECT, scintigrafia...) che a volte rallentano o complicano
inutilmente diagnosi magari già intuite o formulate, quando
addirittura non le allontanano; torniamo all'antico Esame Obiettivo
che
riserva
spesso ancora oggi efficaci e utili sorprese!
Non
abusiamo di troppi specialisti,
che conoscendo, seppure alla perfezione, solo un determinato settore
del corpo umano
e quindi della medicina, mancano a
volte di una visione
d'insieme, e non riescono a cogliere quell'aspetto unificante di
una malattia o di una sindrome che si manifesta in svariati modi,
interessando
vari organi o distretti specialistici.
Chi
medico non è, troverà questi racconti di una chiarezza
e semplicità uniche, comprenderà tantissimi
aspetti medici, saprà come spesso il medico può errare
per pigrizia o per frettolosità e conoscerà che il
rapporto umano interpersonale avrà
sempre
peso maggiore di
qualsiasi altro aspetto diagnostico o terapeutico, perchè esso
costituisce la chiave segreta per entrare in sintonia con il malato
e scoprire
il suo intus.
Incontrerà diversi
malati con i loro crucci ed i loro gravi problemi, al cui confronto
i nostri appaiono variopinte e capricciose piume. Ma al di là di
tutto questo, troverà
sempre in queste
pagine un pervadente respiro di grandissima umanità e
la spia di una grande professionalità,
doti raramente presenti contemporaneamente in un medico. Scoprirà
che esistono ancora medici che esercitano questo "mestiere" non
per soldi o per carriera ma solamente per grande passione, precisa
coerenza, costante impegno sociale e
civile,
sincera
responsabilità, profonda empatia con chi soffre.
E al giorno d'oggi non
è facile imbattersi in un medico siffatto.
Volendo
sintetizzare al massimo questo lavoro incredibilmente prezioso, lo
definirei quasi con un ossimoro: PROSA POETICA SCIENTIFICA.
E infatti la prosa di Agostinis non è quella arida e incomprensibile
dei voluminosi e polverosi tomi di medicina
nè quella dei baroni universitari che si riempiono la bocca
di paroloni o di circonlocuzioni incomprensibili ai più; nè la
prosa giornalistica che vuole spiegare tutto e compie invece poi
grossolani
errori concettuali;
non è neppure la prosa del primo Piero Angela che amava
fin troppo banalizzare concetti difficili per farsi comprendere
dal vasto e variegato pubblico.
La prosa di
Agostinis è poetica, a tratti è poesia pura che sublima
e rende perfettamente intuibili nozioni rigorosamente scientifiche,
non certo facili neppure per i medici
(si legga la patogenesi del tic, ad esempio), che accarezza
con parole soavi e sinuose termini e aspetti scientifici molto ardui
e difficili da porre anche con termini usuali. Le descrizioni mediche,
sempre esattissime nella loro esposizione, assumono a tratti perfino
toni lirici (davvero!) che contrastano violentemente
con gli effetti concreti e invalidanti che la malattia produce poi
sul malato reale. E da
questo contrasto nasce la bellezza di questa opera che a
mio avviso è un capolavoro
di scienza e poesia, fuse tra loro da una umanità semplice,
squisita, disincantata, che si pone sempre in ascolto, con una disponibilità
davvero eccezionale.
Per
chi ama i gialli, vi è la possibilità di una
diversa chiave di lettura: quale mai malattia sarà? come finirà questa
storia? E l'autore con il suo stile, a volte felpato a volte complice,
contribuisce
a creare, soprattutto in taluni episodi, un clima di suspence e di
attesa che sollecita e alimenta la curiosità del lettore più
esperto e preparato, il quale attraverso indizi vari e prove labili
può autonomamente giungere alla colpevole (malattia nascosta),
prima che essa venga svelata.
Non
si possono infine tralasciare le impareggiabili pittoresche descrizioni
della Carnia e del Friuli (albe, tramonti, monti, case,
alberi...) che l'autore riesce abilmente ad inserire nei suoi racconti
dolorosi,
quasi a
trasfigurarli
in
un'
aura immateriale,
venata da struggente nostalgia e quasi da un sommesso pianto catartico.
Su
tutta quest'opera aleggia lo spirito di una singolare musa
ispiratrice:
una bionda fatina dagli occhi verdi, che ha saputo magistralmente
e sapientemente adoperare la sua bacchetta magica per la realizzazione
di questo prezioso
scrigno di grande umanità.
Chi
leggerà questo libro resterà stupito e rapito dallo
stile letterario di Agostinis e avrà voglia di rileggerlo
(solo una storia per sera!), avrà
voglia di regalarlo ad amici e conoscenti,
per sentirsi così compartecipe
(e farli partecipi) della splendida e ammirata avventura dell'autore.