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LIENDIS DI PAÎS
contadis in poesie
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Questo lavoro del 1991 è stato curato con amore e tanta passione da Gianni Oberto che ha voluto così ricordare il padre Renzo, autore di questi testi in rima (per lo più in friulano) che venivano appositamente creati per le occasioni più importanti del paese o a commento di avvenimenti particolari più generali.
Ed allora ecco che le tematiche si fanno disparate e diversissime:
la casa, l'emigrante, il carnevale, il terrorismo, gli uccelli, il parroco, l'arrotino, gli sposi...
Insomma l'intera gamma degli interessi immediati di un piccolo villaggio di Carnia.
A volte l'arguzia si accompagna all'ironia; spesso il gusto per il paradosso emerge con prepotenza; a tratti la vena nostalgica ha il sopravvento, seppure delicatamente ammantata di benevola e compiaciuta rassegnazione.
Molto significative appaiono le fotografie in b/n che accompagnano i testi, esaltandone la percezione dei significati.
In queste fotografie compare sempre l'autore che qui non solo rivive (per chi l'ha conosciuto) ma soprattutto vive ancora per coloro che, non avendolo mai conosciuto, hanno modo di conoscerlo davvero: innanzitutto attraverso le sue poesie ma poi anche osservandolo in tutte le sue pose, dalle quali esce e si materializza un personaggio davvero unico nella sua gestualità e nella sua verve istrionica.
Leggendo infatti le sue rime ed ancor più osservandolo bene in queste pagine, si ha la nettissima sensazione di trovarsi di fronte ad una specie di Paolo Panelli nostrano o di Totò, una macchietta
dello spettacolo fatto in casa, a volte una maschera grottesca che assume un significato umanamente più ampio, abilissimo a rappresentare i lati più comici della vita universalmente intesa.
Bene ha fatto il figlio Gianni a ricordare questa originale figura paterna che sicuramente nella sua Comunità aveva saputo ritagliarsi un ruolo particolare e significativo, in grado di suscitare sentimenti e catalizzare attenzioni.
Una personalità davvero frizzante che non avrebbe certamente meritato l'oblio.