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LESBICA !
il diario di Delia
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Qui il più prolifico scrittore di Carnia, Igino Piutti, si cimenta, in questo tarantolato 2015, in un nuovo genere letterario che non esiterei a definire un romanzo noir con 50 sfumature di giallo, condito però con svariatissimi ingredienti che, lungi dall'appensantire il racconto, lo rendono movimentato, godibile, attraente, in una parola: da leggere assolutamente!
Ovviamente la trama (assai avvincente) deve restare segreta affinchè il lettore possa assaporare in ogni pagina il colpo di scena, la introspezione psicologica, il lirismo sfumato, i cangianti paesaggi, gli insondabili personaggi...
L'azione si svolge maggiormente in Carnia (in particolare a Paularo) ma parte da Ischia, raggiunge Trieste, supera Tolmezzo e Arta per planare infine nell'Incarojo dove resta ancorata agli intrecci dei tre protagonisti che si muovono e interagiscono tra di loro come marionette mosse da un Destino imperscrutabile eppure poi chiarissimo... Un Destino che pare si diverta a far cozzare tra loro queste tre marionette appese ai loro esili fili, a far loro del male reciproco, a farle odiare vicendevolmente...
Piutti sapientemente sa mescolare anche altri ingredienti che, a prima vista, parrebbero avulsi dal racconto o quanto meno dissincroni: Giosuè Carducci e Caterina Percoto, la festa dei Mistîrs, la Madone dal Clap di Castoia, las Callas dell'orrido Chiarsò, la scuola (in tutti i suoi 3 ordini: elementare, superiore, università), la religione, il mito tecnologico moderno di internet, un raffinato leggero substrato di classicità latina, minimi cenni autobiografici (venialmente autoreferenziali), vaghe reminiscenze seminariali...
Tutti questi "ingredienti" concorrono però efficacemente a innervare l'ordito letterario e a trasformare un romanzo per lo più psicologico in una sorta di avvincente narrazione di più ampio respiro dove gli scenari di fondo mutano e variano sommessamente a incorniciare scene e momenti sempre diversi.
Ciò che però lega tutto il racconto e dà uniformità alla trama, resta (a mio sommeso parere) il preponderante tema della omosessualità femminile che nel libro viene affrontata
da varie angolature, dove si fanno emergere supposte cause e plausibili motivazioni, pulsioni interiori e timori ancestrali, ansie recondite e aspetti sociali, violenze subite ma rimosse, tenerezze sognate e mai ricevute...
Anche nella descrizione
dei momenti intimi, l'autore riesce a cogliere l'essenza dell'attimo senza indugiare, sa penetrare l'animo del personaggio, conosce la sua reazione, ne descrive l'evoluzione...
Se questo titolo (autarchicamente artigianale) resterà anche nella versione ufficiale definitiva, sostengo fin d'ora che purtroppo è un titolo inadeguato che non rende la complessità dell'opera nè rispecchia compiutamente la molteplicità degli elementi che in essa convergono. Il sottotitolo sarebbe già più adeguato.
Con alcune limature e correzioni da apporre nella stesura defintiva, ritengo che questo lavoro di Piutti possa ritenersi uno dei suoi migliori, per la capacità dell'autore di immedesimarsi nei vari personaggi e di sondarne l'animo, per la sua creativa fantasia nel gestire una trama complessa, per la sua spiccata familiarità con i testi classici, per la sua innata dote di brillante, notturno ed esageratamente prolifico scrittore (ben 18 finora i suoi libri qui recensiti!).
Con i limiti che ho preliminarmente esternato a Piutti, debbo dire che questo romanzo mi è molto piaciuto ed il suo futuro Editore non avrà di che lamentarsi!