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GOVERNARE
PER SLOGAN
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“Governare per slogan, Scritte fasciste sulle strade del Friuli” di
Adolfo Gianni Bellinetti, (ed.Editreg, 2003, TS) è un libro
interessante e in un certo senso curioso che mi è capitato casualmente
in mano. Non si tratta di un altro scritto sul ventennio, come si premura
di precisare l'autore, ma un'occasione, per chi non ha avuto né tempo,
né voglia, di rileggere alcuni passaggi della nostra storia
che hanno lasciato segni ovunque, nella società, negli uomini
e, appunto, sui muri di tutta Italia.
Non è un libro per esperti, ma per giovani e per curiosi in
genere.
Intercalati da notizie ed essenziali commenti obiettivi sul periodo
storico pertinente, vengono presentati alcuni slogan che l'autore ha
rintracciato e fotografato sui muri del Friuli ed anche in Carnia.
E' proprio questo il motivo che mi ha spinto a leggere il libro ed
a parlarvene. In realtà le scritte carniche sono solo quattro
e sono state recuperate su quattro case di Sutrio “nonostante
il paese, sia fuori dalle strade di passaggio”. Questo è un
fatto insolito.La strategia pubblicitaria di allora prevedeva, infatti,
che questi murales fossero collocati in luoghi dove ci fossero numerosi
passanti e quindi con una “audience”, come si dice oggi,
assicurata. In un'epoca in cui i mezzi di comunicazione erano assai
limitati ed il consenso di massa andava cercato e coltivato continuamente,
l'invenzione degli slogan politici, uniti ad altri “mezzi” come
i manifesti o i francobolli, confermarono un Mussolini dotato di grande
capacità di comunicare. Indubbiamente, oggi sarebbe un prestigioso “art
director” in qualche rinomata agenzia pubblicitaria o impiegato
a a curare l'immagine di qualche personaggio politico.
Certo non tutti gli slogan sono efficaci e memorizzabili, ma alcuni
sono entrati a far parte del nostro bagaglio culturale
ed “anche
se questi erano quasi sempre enunciazioni scontate, luoghi comuni,
esortazioni, autoesaltazioni e sparate retoriche, proclamati nel linguaggio
di Mussolini, desteranno entusiasmo e sfrenata ammirazione per venti
anni”.
Chi non percepisce che queste frasi lapidarie ( BISOGNA OSARE, MOLTI
NEMICI MOLTO ONORE, MEGLIO VIVERE UN GIORNO DA LEONE CHE CENTO DA
PECORA, CHI SI FERMA E' PERDUTO, VIVERE PERICOLOSAMENTE ecc.) hanno
riempito
le teste degli italiani inducendoli ad intraprendere avventure assurde
o a condividere progetti quasi mai frutto di scelte consapevoli?
Quanti a Sutrio, governato allora da quattro o
cinque famiglie fasciste unite al loro podestà, non si sono rincuorati o identificati
in questi slogan che leggevano ogni giorno: “COLORO CHE IO PREFERISCO
SONO QUELLI CHE LAVORANO DURO SECCO E SODO IN OBBEDIENZA E POSSIBILMENTE
IN SILENZIO”, oppure: “ANCHE CON L'OPERA QUOTIDIANA MINUTA
ED OSCURA SI FA GRANDE LA PATRIA” ed anche “CAMMINARE COSTRUIRE
E SE NECESSARIO COMBATTERE”? “RICORDARE E PREPARARSI” sembra
poi uno slogan valido anche nel contesto attuale
e non solo per gli abitanti di Sutrio!
Quello che ci si può augurare è che
se un tempo si faceva politica con gli slogan,
oggi non
ci si
riduca
a produrre slogan senza
fare politica.
Marino Plazzotta
(aprile 2008)