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FLICS
DI VITE IN RIME
i trighets di Gabane di Sudri
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Presentare Gabane (al secolo Nicolò De Mattia) di Sutrio non è punto semplice nè facile. Basti dire che il personaggio, autodidatta dal multiforme ingegnoriassume in sè una variegata espressione di umane virtù e carniche emozioni, oltre che un lungo catalogo di trascorsi impegni sociali.
E' stato infatti amministratore comunale, sindacalista, in Comunità Montana, al BIM, all'ECA, in Azione Cattolica, nel Calcio Sutrio, nella Pro Loco, nel coro in chiesa, nel coro Peresson... E' stato soprattutto tenero padre di famiglia, con 3 figlie; è intrattenitore televisivo a Telefriuli; è ancora, a 71 anni suonati, efficente ed attivissimo allevatore-agricoltore: con il TFR (volgarmente detto "buona uscita") ha pensato bene, in pieno disaccordo con le premurose figlie, di comprarsi uno splendido fiammante trattore, da far invidia a tutto l'Alto Bût, e con questo si diverte, come mai in gioventù, a... "fâ fen da binore fin not" pur essendo rimasto solo in casa, dopo la morte della amata moglie, avvenuta tre anni fa!
Ma l'aspetto più conosciuto e apprezzato di Gabane resta la sua verve
in fatto di "lazzi e frizzi" in rigorosa lingua friulana rimata, variante sutriese, con cui riesce, da ormai quasi mezzo secolo, a fissare con inchiostro indelebile personaggi, fatti, accadimenti, situazioni che, nel tempo, si materializzano davanti ai suoi vispi e callidi occhietti, che tutto osservano e cui nulla sfugge.
Nascono così i TRIGHETS di Gabane, che rappresentano quella vis comico-poetico-popolaresca ancora presente in ampi strati della società friulana, e in quella carnica in particolare, in grado di evocare (magnificando) prima e smantellare poi, con candida indifferenza, tipi e istituzioni, sorestanz e biade int, senza mai offendere alcuno nè ricorrere a fastidiose ambiguità o pesanti doppi sensi.
Le sue maestre in quest' "arte povera" ma assai gratificante, sono state Tate Gjoie e Agne Siule, cui Gabane dedica con riconoscenza un affettuoso trighet.
A presentare questo lavoro di raccolta e sistematizzazione è Alberto Terasso, originario di Tolmezzo, notissimo autorevolissimo poliedrico anchorman di Telefriuli, con cui Gabane intrattiene un rapporto di consuetudine settimanale da qualche anno nella rubrica televisiva dedicata alla tradizione friulana, "Lo scrigno".
In questo corposo primo libro di ben 253 pagine, egregiamente impaginato e amorevolmente cesellato dalla tipografia Cortolezzis di Paluzza, è raccolta solo una parte della vastissima produzione "letteraria" di Gabane, splendidamente corredata da un apparato iconografico in b/n che impreziosisce ulteriormente e contestualizza queste rime, rendendole vive e palpitanti agli occhi del lettore.
Il materiale è stato suddiviso per tematiche, massimamente per dare continuità e coerenza all'impianto editoriale. Si susseguono così trighets dedicati principalmente a Sutrio (in cui si rincorrono festività, personaggi, falegnami, commercianti, contadini, sport, musica e "quant'altro", per dirla come i politici e i giornalisti di rango minore...), a chiese e cappelle, ad angoli di Carnia, a famiglie e casati, perfino al proprio nuovissimo trattore... in un caleidoscopico e pittoresco andirivieni di nomi noti e ignoti, di personaggi viventi e scomparsi, dei quali Gabane riesce sempre a delineare il profilo esatto, ad evidenziarne le sfumature più celate, a celiare sui tics noti o su conosciute pose, in una mirabile sequenza di caratterizzazioni di figure comunissime e normali le quali, senza il tocco magicamente popolaresco di Gabane, sarebbero cadute per sempre nell'oblio, cancellate inesorabilmente dal "tempo che passa e tutto divora".
Ciò che lega intimamente tutte queste quartine rimate mi pare possa essere quel tratto bonario e benevolo di Gabane, che non ama mai andare sopra le righe
per restare nell'ambito dello scherzo e del buffetto quando occorre, che preferisce esporre sempre il lato positivo della questione, che predilige la rocciosa sapienza antica alle frivole mode attuali, senza rinunciare però alla tiratina d'orecchi quando ci vuole... facendolo comunque sempre con misurato tatto, con fine cortesia, con opportuna sagacia.
A metà luglio 2009, Gabane venne da me dicendomi: "Debbo presentarti mio figlio!". Al che rimasi perplesso e un pò interdetto, ben sapendo che egli aveva solamente tre figlie. Dopo un attimo di mio imbarazzato smarrimento, che egli lesse certamente sui miei occhi, Gabane aprì la borsa che portava con sè ed estrasse il presente libro, porgendomelo e chiarendo nuovamente: "Ecco mio figlio, di cui vado fiero!"
Ancora oggi non so davvero se Gabane avesse scherzato rimpiangendo di non avere avuto un figlio maschio o se invece considerasse davvero questo libro come il primo suo figlio maschio, di cui andare orgoglioso. Forse entrambe le opzioni sono verosimili. E forse arriveranno altri figli maschi nel prossimo futuro...
L'impasto di Gabane è dunque proprio questo: una sincerità disarmante mista ad una arguzia accativante.
Chi desidera avere Gabane in casa, non deve fare altro che chiedere gratuitamente il libro al Comune di Sutrio, citando questa fonte di informazione.