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Elisa Gortani
storie di monti e di delitti
dall'Inquisizione ai cosacchi
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Milena Renzi (che non ha nulla a che vedere con il Matteo nazionale) è una scrittrice che ha già nel suo carniere letteraio ben altri 14 precedenti lavori; Milena abita a Rimini ma trae lontane origini, per parte materna, da Cabia di Arta Terme: Luciana Cassutti era sua nonna ed Elisa Gortani sua bisnonna.
Elisa Gortani, la bisnonna dunque, è la silenziosa e invisibile protagonista di questo romanzo che porta anche il suo nome e che a ragione può essere definito come storico-familiare-personale perchè in esso confluiscono e si intrecciano, come in un ordito prezioso, questi tre colori fondamentali che danno vita ad un narrato di lieve bellezza e semplicità, inverato dalle puntuali note storiche di Igino Dorissa, gran conoscitore ed esperto navigatore nei meandri tumultuosi della storia di Carnia.
Il centro geografico-ambientale, che esercita una potente attrazione su tutti i personaggi, è rappresentato dalla "bella Cabia" come ama sempre aggettivare la sua autrice.
Da qui parte e si dipana e qui torna una storia semplice nella sua narrazione ma durissima nella realtà: tre sorelle orfane di Cabia (Comune di Arta) vengono affidate ad un ecclesiastico di Gemona, loro lontano parente, il quale ne dispone una personale diversa sistemazione non ben accettata dalle tre ragazze, mentre l'occupazione cosacca tiene la Carnia sotto il tallone di un arcigno controllo...
In questa storia si innestano, attraverso intelligenti rimandi letterari, altre storie che vengono così ad irrobustire un romanzo che di romanzato ha solo i dialoghi e le descrizioni dei protagonisti immaginati dall'autrice, mentre lo scenario di fondo è storicamente reale.
E quali sono queste altre storie?
Innanzitutto la saga dei Cosacchi che nel 1944-45 ebbero la loro Kosakenland in Carnia e nelle prealpi carniche dove credettero, ingannati, di rifondare la loro patria russa "usurpata" dai bolscevichi.
Ma poi anche l'epopea dei Cramârs che scrissero pagine indimenticabili nella storia della Carnia nei secoli passati quando diedero vita ad una lunga stagione di piccolo commercio negli imperi centrali.
Con abile gioco letterario, in questo piccolo romanzo domestico, è entrata anche la triste stagione della Inquisizione che, dal 1500 in poi ma soprattutto dopo il concilio di Trento, cercò di arginare la penetrazione della eresia luterana in Carnia e Friuli, i cui semi venivano qui portati proprio dai cramârs. Una Inquisizione che ebbe modo anche in Carnia di mostrarsi e di agire, specie nella frazione di Piano d'Arta...
Un commento a parte meritano le NOTE STORICHE di Igino Dorissa che ha saputo brillantemente inquadrare queste tre grandi pagine storiche che danno vitalità alla narrazione e suscitano curiosità in coloro che non conoscono affatto la storia di Carnia.
Mi sentirei di esprimere una sola osservazione al riguardo: la fine dei cosacchi di Carnia (pag. 114) meritava a mio sommesso avviso una trattazione più articolata e puntuale per dare modo al lettore non carnico di conoscere più a fondo il loro drammatico epilogo. Ottima invece mi è parsa la trattazione dei casi della Inquisizione (ben 20 pagine), dove Dorissa di è dilungato con precisi riferimenti e trascrizioni (e con considerazioni personali, peraltro redatte a distanza di quasi 5 secoli dagli avvenimenti).
Ottima ma tipograficamente sacrificata, mi è parsa la galleria fotografica finale, dove una significativa iconografia in b/n viene a supportare storicamente il romanzo e a dare veridicità ad una piccola storia familiare all'interno della grande storia.
Il costo del libro è di 10 euro; il ricavato andrà a beneficio del Reparto di Terapia Intensiva Neonatale di Rimini.