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FLABIS DI ESOPO
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Nel
1978, esattamente 4 anni dopo la pubblicazione di FLABIS DI FEDRO,
Pre Toni Beline pubblicò questo secondo volumetto che raccoglie
le favole di Esopo, scrittore greco, ritenuto il padre
letterario e spirituale del latino Fedro e vissuto circa 500
anni prima di Cristo.
Esopo è uno scrittore assai meno conosciuto di Fedro,
tuttavia le sue favole "istruttive" non sono da meno
di quelle del suo allievo latino che "ridendo castigat
mores"
cioè: fustigava i costumi del tempo con il riso.
Certo
che oggi (aprile 2007), sia Fedro che Esopo potrebbero disporre
di un materiale immenso ricavandolo dalla quotidianità italiana (vallettopoli
in
primis) per lanciare i loro strali con il sorriso (amaro)
sulla bocca.
Anche in questo caso valgono le note espresse in FLABIS DI FEDRO
(vedi) e cioè:
1. la cornice che dà unità alle
88 favole di Esopo è rappresentata dal tema,
ancor oggi attuale, della contrapposizione
tra Trieste ed il Friuli storico (UD-GO-PN); non a caso
la copertina (il Friuli nelle fauci di Trieste) richiama subito la
centralità di
questo argomento che, negli anni Settanta del secolo scorso, aveva
a lungo
costituito
il cavallo (e cavillo) di battaglia del Movimento Friuli, cui
aveva entusiasticamente aderito anche pre Toni Bellina. Era stata
una battaglia aspra e lunga che il terremoto del 1976 aveva
ancora più acuito ma che si è poi mestamente conclusa
alla fine degli anni Novanta, quando, dopo la scelta definitiva del
capoluogo regionale (Trieste), anche il presidente della Giunta Regionale
(contrariamente agli antichi patti non scritti) fu triestino (prima
Antonione e poi Illy): queste due situazioni determinarono la sconfitta
(ampiamente prevista da pre Toni nelle sue favolette) del
Friuli
storico,
diventato
ormai, anche
per stupide contrapposizioni intestine, una mera appendice di Trieste
(città che negli anni '70 era percepita dai friulani come
l'appendicite del Friuli, sia in senso geografico che economico
che politico).
2. Al termine di ogni favoletta, pre Toni Beline aggiunge
una noticina personale che, agganciandosi al raccontino
appena concluso, attualizza la vicenda con richiami e paragoni al Friuli
ed ai friulani degli anni Settanta: che restano attualissimi anche oggi.
Questo libro, insieme alle FLABIS DI ESOPO, merita una rivisitazione ed una rimeditazione...
specie da parte dei nostri illuminati politici regionali eletti in Carnia e
in
Friuli. Ma non farebbe male neppure ai cittadini comuni, alla cosidetta società
civile
(volendo essere politicamente corretti)...
Anche ai bambini farebbe bene questa
pedagogia universale in pillole friulane, specie ai più piccoli, che aquisirebbero
così
i rudimenti per un futuro discernimento nella vita di adulti.