Diserzione al nemico
Fucilazione d'esempio

Ambientato sulle alpi carniche, nella prima guerra mondiale, narra di un episodio realmente accaduto e noto col nome “i fucilati di Cercivento”.
I protagonisti del racconto sono veri,l’azione del romanzo è del tutto immaginaria. Il generale Salazar vuole riconquistare la cima est della vetta Cellon in mano agli imperiali. Qui corre la trincea.
Siamo nel 1916 e il comando generale è nelle mani del generale Cadorna che ha emanato direttive particolarmente severe per i soldati che non osservano la disciplina militare. Il battaglione Arvenis viene inviato in trincea sulla vetta Cellon a circa 2200 metri di altezza. Alla compagnia 109 del battaglione viene dato l’ordine di un assalto a sorpresa.
La compagnia è al comando del capitano Ciofi,un ardito che non è in buon rapporto con alcuni soldati del battaglione di origine carnica perché ritiene ’ austriacheggianti’.
Alcuni di questi soldati conoscono bene il terreno su in vetta dove un vallone divide la cima ovest, in mano Italiana,dalla cima est,in mano imperiale: andare dalla cima ovest su quella est è esporsi come “lepri sulla neve “.
Suggeriscono che un attacco di sorpresa debba essere compiuto da più compagnie in punto diversi e preceduto da intenso bombardamento di artiglieria se si vuole avere successo, altrimenti è un assalto suicida.
Il battaglione non esce dalla trincea all’ordine dell’assalto.
Tutto il battaglione è ricondotto a valle scortato dai carabinieri in stato di prigionìa.
A Cercivento i militari vengono rinchiusi e isolati.
Viene istituito velocemente un tribunale militare straordinario.
Dopo una sbrigativa memoria istruttoria il tribunale si insedia dentro la chiesa di Cercivento.
Don Zuliani, parroco, protesta ma invano.

 

 


La memoria istruttoria ha individuato quattro istigatori della rivolta,il numero minimo di responsabili previsto dal codice penale militare per configurarsi un atto di rivolta. Il tribunale militare condanna quattro alpini a morte per fucilazione al petto.
Don Zuliani implora il generale Salazar di chiedere la grazia al re. Il tenente Mazzoni,difensore degli imputati,chiede clemenza.
Questa la sintesi del romanzo della fucilazione di quattro alpini durante la prima guerra mondiale.

E’ un episodio in cui l’applicazione della giustizia militare è fatta per dare l’esempio.
Tanti altri episodi dello stesso tipo accaddero in questo conflitto bellico: episodi noti col nome di
“decimazioni”.
Un fatto che interroga la coscienza ancora oggi se la legge Scanu-Zanin di riabilitazione per tutti i soldati condannati o che hanno perso la vita per trasgressioni militari nella grande guerra è ferma al senato della repubblica in attesa di approvazione.
Mille e più italiani uccisi dai plotoni d’esecuzione,caduti sotto il fuoco amico per l’esempio.
Un fatto che, più in generale, interroga sulla tragedia della guerra , il diritto alla vita seppur in guerra,la disobbedienza all’autorità militare se diventa cieco autoritarismo.

L'Autore

 


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MARCELLO CAMICI
BREVI NOTE BIOGRAFICHE
Medico e docente universitario all’università di Pisa.
E’ autore di centosessanta pubblicazioni scientifiche

 

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