Ed eccoci al secondo volume (quanti ancora vedranno la luce nei prossimi anni?), che raccoglie ulteriori numerosissimi frutti concepiti e partoriti dalla fervida fantasia di Gabane, attraverso una penna briosa e sempre spumeggiante, tipicissima ormai di questo sapido poeta vernacolare sutriese. Anche questa raccolta non si discosta dalla precedente "Flics di vite" sia per le tematiche svolte, sia per lo stile e la modalità di approccio oltre che per la sobria ma efficace veste tipografica allestita da Luciano Plazzotta in Paluzza. In ciascuno di questi 6 temi-contenitori, le "poesie" sono costituite da lunghi componimenti in quartine (lingua friulana, "ghenghe sudriese") ma certamente i più riusciti appaiono ancora quelli dedicati ai vari personaggi di paese (e non solo) che maggiormente hanno caratterizzato un'epoca o che hanno avuto un ruolo specifico nella comunità o che, in qualche modo, hanno contribuito al "benessere" della società, "benessere" sempre da intendere in senso lato... Non è certamente qui possibile accennare, neppure di sfuggita, ai tanti quadretti stilizzati, alle tante macchiette inchiostrate, ai tanti ambienti abbozzati, alle infinità di insinuazioni infilate o ai troppi riferimenti sottintesi... a volte quasi delle vere e proprie pasquinate che, nello specifico, oserei battezzare ovviamente con il neologismo di Gabanate! E sicuramente la prima pagina che aprirà il lettore sarà proprio l'ultima, quella dell'indice dei nomi, alla curiosa ricerca dei malcapitati (e magari di se stesso), messi a nudo dalla bonaria e giocosa penna di Gabane. La ricca e diversificata iconografia in b/n vivacizza queste 252 dense pagine che si lasciano volentieri leggere, ma solo a piccole dosi giornaliere, pena una (in)sopportabile indigestione! Le composizioni sono precedute dalla sintetica descrizione della vicenda che ha portato Gabane ad essere nominato "cavaliere" dal Presidente Napolitano su proposta di Berlusconi (2.6.2011), ed in queste note si apprendono le motivazioni di un tale significativo riconoscimento che viene splendidamente evocato in copertina, dove il nostro prode cavalier errante Gabane, si trova (forse suo malgrado) a cavalcioni di un bardotto grigio, con lancia (pardon: penna!) in resta, cilindro in crapa e sguardo fiero dell' insegna di cavalierato che brilla sul petto (e subliminalmente indicata con l'indice della mano destra che pur impugna la pennona): insomma un novello don Chisciotte dei nostri tempi che va a sfidare non mulini a vento ma (spesso e volentieri) personaggi di vanto!
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