CUCANT TAL PASSÂT

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Il carissimo amico Domenico Moro, 85enne di Piano Arta, mi ha fatto gradevolmente omaggio dell'ultimo impegno letterario che Maria Grazia Dereatti ha dato recentemente alle stampe e che si discosta un pò dai suoi precedenti lavori incentrati pressochè totalmente sulla poesia.
Questo libro infatti appare più complesso e più completo perchè accanto alla parte poetica, è stata affiancata una corposa parte di prosa (nella duplice versione italiana e friulana), costituita da FIABE e RACCONTI.
Si tratta di una antologia di STORIES E CONTES, recuperate sul filo della memoria, che i vecchi di un tempo tramandavano ai nipoti nelle lunghe e fredde serate delle FILE o sul cortile di casa.
Sono il prodotto, ristrutturato e modernizzato, della fantasia antica con cui le generazioni passate, in assenza dei mass media moderni, solevano stimolare e intrattenere l'esuberanza dei bambini (e a volte anche quella degli adulti). Quasi tutti questi racconti hanno un sottinteso intento pedagogico che talora emerge ma che più spesso è solo intuito o appena disvelato.
E così sappiamo il perchè dei CJARGNEI CENCE DIU oppure andiamo a conoscere JACUN MAT, MIN, SEFUT, pre TONI, ZUANUT... personaggi probabilmente autentici e storicamente esistiti, sui quali poi la fantasia dei "trovatori" nostrani ha ricamato e abbozzato, enucleando dei tipi o modelli in grado di vivificare un intero racconto, arricchito di spunti fantastici che hanno ricreato una atmosfera d'altri tempi..
Poi ci sono anche le fiabe, totalmente frutto della fantasia, che di generazione in generazione si sono via via implementate di nuovi particolari fino a giungere nella forma in cui oggi sono state trascritte dalla Dereatti.
Anche in questo caso si tratta di racconti fantastici che spesso hanno assunto lineamenti diversi da paese a paese, se non addirittura da famiglia a famiglia. A ben vedere, molta parte del patrimonio letterario antico di tradizione orale di Piano Arta è probabilmente raccolto in questo speciale e splendido libro, che non può certo mancare nelle case dei pianesi non solo ma di tutti coloro che amano questo particolare aspetto letterario.

Un'ultima osservazione molto positiva: l'iconografia in b/n di questo libro è straordinaria: volti e case del secolo scorso, situazioni e oggetti del passato riemergono qui con tutta la prorompente vitalità che li animava allora. Ed ecco vecchi che credi di aver conosciuto, ecco viottoli che credi di aver percorso, ecco processioni cui credi di aver partecipato...
Una perfetta simbiosi dunque tra la parola e l'immagine, dove l'immagine integra la parola e dove la parola spiega l'immagine. E se le immagini sono davvero splendide ed evocatrici, non meno splendido ed evocatore è lo stile di Maria Grazia, che sa utilizzare (sia in italiano che in friulano-carnico) i termini più adeguati per fare rivivere un sentimento, una sensazione, un fremito del cuore...

 

 

 


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