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CASTELLI DA SCOPRIRE
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Un interessante volumetto di pagine 150 per euro 18, pubblicato dalla Forum Editrice di Udine nell'autunno 2011.
L'autore è un architetto udinese, Gianni Virgilio, con interessi prevalenti rivolti allo studio ed alla valorizzazione
dei "castelli" della nostra regione.
Il taglio di questo lavoro, che si presenta agile e sobrio, è adattissimo per una sommaria ma precisa rivisitazione di siti e manufatti noti
ma anche per una iniziale conoscenza di luoghi e giacimenti culturali ancora ignoti.
Il libro presenta 5 diversi percorsi che vanno ad esplorare cinque diverse zone del Friuli VG, ricche di un rilevante patrimonio storico culturale.
Tra questi percorsi, quello che interessa precisamente la Carnia, è il quinto, il quale tocca e si sofferma su questi particolari siti:
- sito fortificato di Cuol di Cjastel a Forni di Sopra
- necropoli di Andrazza a Forni di Sopra
- sito fortificato di
Forni di Sotto
- castello di Raveo e sito archeologico sul monte Sorantri
- castello di Lauco
- castello di Invillino
- castello di Verzegnis
- castello del Broili a Illegio (e pieve di S. Floriano)
- castello di Fusea
- castello di Sezza (e pieve di S. Pietro)
- ospitium dei cavalieri di S. Giovanni a Piano Arta
Debbo confessare che molti di questi siti mi risultano totalmente ignoti, per cui un grandissimo merito acquista questo libro che pubblicizza e valorizza in maniera nuova e spettacolare la Carnia nascosta e quasi ormai cancellata dal tempo.
Ogni tappa di questo percorso in Carnia è costituita da alcuni precisi e ricorrenti elementi:
- descrizione sintetica con note storiche
- belle fotografie a colori del luogo
- cartina topografica di riferimento
- come arrivarci
- bibliografia stringata
Significative le introduzioni di Marco Marra (Lo scavo archeologico) e di Gianni Virgilio (I resti materiali testimoni del tempo) che inquadrano sinteticamente il lavoro.
In coda è rappresentata la simbologia castellana.
Per lo scopo (divulgativo) che il volumetto si prefigge, direi che globalmente si tratta di un lavoro positivo nel suo genere.
Tuttavia è necessario sottolineare un aspetto particolare: la scelta dei singoli giacimenti culturali appare dettata da una imperscrutabile e quasi arbitraria ed incomprensibile scelta editoriale, nel senso che ad esempio (per restare nel percorso carnico) non viene minimamente citata una tappa importantissima, la Torre Moscarda (la Torate) in comune di Paluzza, la cui emblematica foto a piena pagina compare peraltro paradossalmente proprio nella introduzione (pag. 16); non vengono citati il "castello" del Duron (Ligosullo), quello di Gjai (Cercivento), quello di Fratta (Zovello), quello di Cjastelat (Siaio)... se non altro come traccia storica.
Manca poi, per ognuno dei 5 percorsi individuati, una distinta introduzione che ne indichi le caratteristiche salienti e ne renda omogenea la trattazione; invece si passa da un percorso all'altro senza soluzione di continuità e, se non ci fosse la cartina iniziale, si faticherebbe non poco ad orientarsi.
Null'altro da osservare.