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CJARGNE
MURIBONDE
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E'
il secondo libro scritto da Pieri Pinzan, di Gjviano,
estrema frazione alta di Rigolato, aggrappata alle scoscese pendici
del monte Crostis, che sovrasta la valle del Degano. L'altro
libro
(GJVIANO
DI UNO VOLTO) è già presente da 4 anni
in questa biblioteca e merita assolutamente una rivisitazione.
D'inverno a Gjviano restano 5 persone, tra cui Pieri e
la moglie,
entrambi ottuagenari, che di comune accordo, nonostante
l'allettante e comoda vita in Udine dove vivono i figli, hanno
deciso di restare
usque ad mortem nel
loro
inaccessibile paesetto di Givigliana (m. 1120 slm), per mantenere
acceso quel piccolo lume di una presenza umana,
attualmente a forte rischio di scomparsa.
Questo libro presenta alcune caratteristiche peculiari che meritano
di essere ricordate:
1. Editore,
tipografo, estensore di questo libro è stato il solo
PIERI PINZAN il quale
non ha voluto chiedere nulla ad alcuno, nè ad Enti Pubblici preposti
alla "cultura" nè a Privati sensibili al mecenatismo letterario.
Se lo è impaginato, stampato e ordito tutto da solo! Non solo, ma
lo va distribuendo (spesso gratris) ad amici ed estimatori, nella
speranza di suscitare riflessione e dibattito. Se questa fosse la
sola particolarità del volumetto, questo libro meriterebbe
una diffusione capillare in ogni paesetto di Carnia (e negli uffici
della CMC).
2. Il
titolo potrebbe subito suscitare il solito risolino di ironica sufficienza
dai savis che abitano a fondovalle, specie a Tolmezzo, dove
si è asserragliato in mediocri condomini oltre il 25% degli abitatori
di Carnia. Costoro, abitando in Tolmezzo, ormai ignorano da decenni
la vera realtà quotidiana della CARNIA VERA DELLE
VALLI, quella Carnia che davvero, in moltissimi luoghi,
pare davvero moribonda. E' quindi un volume che non parla di Tolmezzo
e della sua ancor fortunata ed accogliente conca, in cui la vita
scorre tranquilla e rassicurante: il lavoro sotto casa, l'ospedale
a due passi, gli uffici sul marciapiedi opposto, bus e taxi a scelta,
supermercati... NO, questo libro esprime la voce di coloro che
ancora (per ostinata scelta o per forzata volontà) vivono nella montagna
alta, dove i servizi più banali sono ormai scomparsi, dove non c'è
più il bar o l'alimentare, dove la canonica è vuota da anni e la
latteria è data in comodato agli scouts estivi; dove da ottobre a
marzo si convive con la volpe o lo scoiattolo, dove la natura non
regala mai nulla se non pace e silenzi...
3. Il volume raccoglie una serie di interventi che
Pieri Pinzan, a partire dal 1975 (quando era ancora emigrante a Colonia
in Germania),
scrisse
a diversi quotidiani e settimanali locali e che in parte furono poi
pubblicati: il tema
della CARNIA è l'unico che ricorre in questi scritti
e rileggendoli ora a distanza di 20 o 30 anni, si resta davvero stupefatti
per come
alcuni di essi possano essere ancora concretamente attuali; leggendone
altri, si percepisce
spesso
la brillante intuizione dell'autore, che, molti anni prima di una
mutazione epocale, prefigurava scenari drammatici per la Carnia.
Sono articoli comparsi solitamente sui due principali quotidiani
locali, sul settimanale cattolico friulano, che moltissimi hanno
sicuramente già letto negli anni passati ma che, in questa
artigianale e singolare antologia, acquistano un sapore nuovo, quasi
profetico,
considerando che PIERI
PINZAN si batte da anni, spesso in splendido isolamento, a favore
della Carnia vera, quella delle Valli appunto. Nè mancano arguzia,
ironia, a tratti perfino beffardo sarcasmo...
4. Per meglio capire la esuberanza e la duttilità del pensiero dell'autore,
cito solo alcuni degli argomenti trattati: Tumieç al è Friûl, Maria
Zef, Militars e stradis, Cuatri gotis di coragjo, Cui platie la Cjargne?,
La Cjargne in vendite, Ce pecjât astu fat Cjargne?...
Come si può notare, si tratta di argomenti di (allora) forte attualità
ma che conservano ancora oggi un preciso aggancio con la realtà
odierna, anzi pare proprio che, leggendo queste pagine, il tempo
sia trascorso invano e che invano Pieri Pinzan abbia declamato le
sue accorate e passionali geremiadi dai suoi pulpiti giornalistici.
La sensazione più immediata resta proprio questa: è
stato tutto vano (per la Carnia profonda
e vera delle Valli)!
Telefone
cumò a Pieri Pinzan: 0433 68267, tu lu judes a jessi mancul bessol
!