CJANT PATRIARCJIN
de tradizion orâl

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Si tratta di un grande, metodico e meritorio lavoro di raccolta di canti sacri orali tradizionali, presenti in Friuli ed in particolare in Carnia, che sono stati poi trascritti in musica e catalogati.

L'autore di un tale paziente e lunghissimo lavoro (che è durato anni) è don Giuseppe CARGNELLO (nomen omen), originario di Remanzacco ma, da oltre 40 ininterrotti anni, prete presso la Pieve di Gorto (Ovaro) e quindi carnico per adozione, per convinzione e per acclamazione, al punto che lui stesso si fa chiamare pre Josef Cjargnel!

In questa raccolta trovi: ANTIFONE, TONI SALMODICI, INNI, VERSETTI, MESSE, SEQUENZE, LITANIE, MISSUS... cioè tutte quelle particolari espressioni liturgiche presenti nei paesi di Carnia nel tempo passato e che, senza questa opera di prezioso salvataggio (rescue!), sarebbero state inesorabilmente perdute.

Per esempio, del Missus (il famosissimo canto natalizio che si canta ancora in quasi tutti i paesi di Carnia e del Friuli nei 9 giorni che precedono il Natale) il nostro autore riporta numerose varianti, recuperate a Guart, Trep, Rigulat, Cleules... ognuna delle quali conserva un fascino particolare e particolari inflessioni musicali, tutte però riconducibili ad un'unica radice.

Ma di quali melodie si tratta? Non certo di canti moderni post-conciliari (a volte melensi e vacui) e neppure di melodie gregoriane (sempre splendide tuttavia) che subito dopo il concilio di Trento vennero diffusamente imposte a tutta la Cristianità cattolica.

Si tratta invece di quelle affascinanti e misteriose melodie che la gente carnica indica con l'espressione "a la vecje", e che i dotti e i letterati identificano con il pertinente aggettivo di "patriarchine" o "aquilejesi".

Si tratta insomma di quelle antichissime melodie, dal vago sapore di nenia orientaleggiante interminabile, che erano in voga in tutto il Patriarcato di Aquileja prima della sua soppressione (per maggiori informazioni consulta la sezione DIOCESI DI ZUGLIO).
Un patrimonio culturale di assoluta importanza per la storia della nostra Terra e per la comprensione della nostra tradizione melodica, cui non è assolutamente estranea la villotta, che taluni farebbero derivare indirettamente proprio dalla melodia patriarchina o aquilejese.
Questa raccolta comprende anche una serie di canti in lingua friulana e, nella terza parte, alcune TRASLITTERAZIONI DAL LATINO IN FRIULANO, segnatamente per diversi canti dei vari tempi liturgici.

Non pensare però che questo libro sia rivolto solo ai preti (che magari disdegnano questi mirabolanti recuperi giudicandoli superati e inutili): questo libro deve interessare chiunque abbia cuore la storia di Carnia, che in queste importanti pagine riemerge in ogni sua sfaccettatura e inclinazione.

Oggi dunque, chiunque sia interessato a questo argomento, potrà tranquillamente aprire sul leggio dell'organo o dell'armonium questo splendido volume e tradurre in melodie e canti quanto in esso vi è stato gelosamente e sapientemente raccolto e catalogato. Altri potrà sfogliare queste pagine e, posando l'occhio sulle parole, vagheggiare e immaginare melodie antiche, familiari a nonni bisnonni trisavoli...

Addendum
Quando inserii la recensione della prima edizione di questo prezioso libro che allora aveva per titolo CANTI SACRI AQUILEIESI DELLA TRADIZIONE ORALE, concludevo rammaricandomi che tale opera non fosse più in commercio, perchè
esaurita da tempo ed auspicavo una ristampa o una riedizione (se non altro per lo scrivente).
Ebbene proprio alla fine del 2008, il sodalizio "Glesie Furlane", con il determinante contributo della Regione FVG, ha rieditato questa opera in una veste tipografica molto più curata e soprattutto integrata da importantissime coordinate storico-filologiche: ringrazio vivamente pre Josef (e pre Renzo) per avermi fatto omaggio di una copia di questa magnifica insostituibile opera.

Per ulteriori informazioni rivolgersi a www.glesiefurlane.org

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