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CARA
CARNIA
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Roberto
C., paluçan di Pavia, mi ha inaspettatamente offerto questo
splendido volume di grande formato, scritto da Walter Filiputti e
corredato dalle splendide fotografie della carnica Ulderica
Da Pozzo.
Non è facile definire compiutamente questo lavoro:
Album
fotografico? si, ma non solo.
Ricettario carnico? si, ma non solo.
Scampoli di poesia in prosa? si, ma non solo.
Guida gastronomica di Carnia? si, ma non solo.
Recupero di antiche tradizioni? si, ma non solo.
Rassegna dei migliori ristoranti carnici? si, ma non solo.
Elenco dei maggiori cultori del buono? si, ma non solo...
E'
tutto questo ma anche qualcosa di più: è amore
per questa terra splendida e selvaggia, di cui l'autore Walter si
è innamorato ed alla quale scrive
una lunga e appassionata lettera come si usa solo a
une morose!
"..mi
sono innamorato delle tue bellezze che fai fatica a mostrare e che
mai esibisci: pretendi vengano scoperte poco a poco. Mi sono innamorato
perchè il tuo fascino è discreto, non esibito, un fascino che concedi
con parsimonia... Mi sono innamorato dei nomi che hai dato ai tuoi
figli: Sauris, Lateis, Maiaso, Invillino, Pesariis, Ravascletto...
perchè più che nomi, mi sembrano note musicali che formano uno spartito.
La verità è che mi sono innamorato della tua anima..."
Questo è il tono romantico e altamente poetico con cui l'autore
apre questo bellissimo lavoro.
Ma ogni capitolo inizia con un testo in prosa che ha sempre il gusto
della poesia.
Il
libro si divide in 7 grossi capitoli, tante sono le valli
di Carnia,
per ognuna delle quali presenta la caratteristiche gastronomiche
peculiari.
Il re di quest'opera resta però IL CJARSON che
rappresenta il piatto tipico di Carnia (un pò come la pizza lo è
della Campania) e che in questo libro conosce la sua apoteosi.
Ora,
il cjarson viene confezionato secondo centinaia di ricette
che variano non solo da vallata a vallata, da paese a paese, ma
addirittura da famiglia a famiglia, per cui IL CJARSON
che si gusta in una casa di Cleulis è diverso da quello della
casa vicina e ovviamente diverso da quello di Illegio, a sua
volta
diverso da quello
di Ovaro... Siccome sarebbe materialmente impossibile dare conto
delle centinaia di ricette, l'autore presenta all'inizio di ogni
capitolo
la RICETTA DI VALLE DEL CJARSON. Dopo seguono gli altri piatti tipici
della zona: fregoloz di sclopit, ravioli di formadi frant,
capriolo in umido, foncs in tocj di braide, carpaccio di cervo, jote,
frico...e
un'infinità di altre appetitose invenzioni.
Non mancano: il miele, il succo di mele, i formaggi, l'orto,
la polenta, i funghi, le mele, i salumi... insomma uno zibaldone
gastronomico da lasciarci gli occhi e da sognare
di notte quando sopraggiungono i crampi della fame...
La cura con cui vengono descritti i vari piatti, le magnifiche fotografie,
i lacerti di storia locale, fanno di ques'opera una delle migliori
che abbia mai letto e gustato, certamente la migliore in assoluto
degli ultimissimi anni.
I capitoli succinti dedicati ai CRAMARS e alle MALGHE completano
questo album che rappresenta un evento editoriale di assoluto
prestigio. L'elenco
finale degli indirizzi dei vari ristoratori e degli "artigiani
del buono" della Carnia lo rendono ulteriormente pratico
e utilissimo per sperimentazioni individuali sul posto.
Una
sola imperfezione: alcuni refusi tipografici (Lingosullo anzichè Ligosullo, Cervicento anzichè Cercivento
nella cartina finale) e poco altro (la Val Calda è così chiamata
non perchè è
la più mite
della Carnia -come attesta il libro- ma perchè è la più fredda:
calda da kalt che
in tedesco significa freddo!). Un 'opera
così pregevole meritava
forse maggior attenzione dal punto di vista tipografico.
Ma, come si evince da quanto scritto sopra, questi peccatucci veniali
non sviliscono affatto l'opera ma la rendono forse un tantino più...
umana.
Resta
comunque una felicissima idea-regalo per farsi ricordare e per ricordare...