L'autore è nato a Siracusa nel 1947; nel 1973, medico neolaureato, si ritrova ad Arta Terme - Zuglio a svolgere la sua prima esperienza di medico condotto interinale. A distanza di ben 45 anni da quei formidabili anni giovanili se ne viene raccontando...

1973
Un anno in Carnia

Si tratta di un reportage della memoria da parte di un professionista che, prima dei corsi universitari di Medicina, aveva frequentato il liceo classico: da qui una scrittura brillante e a tratti raffinata, mai ricercata ma precisa e puntuale, che l'autore adopera come un prezioso strumento per descrivere personaggi luoghi situazioni; per ricomporre pensieri riflessioni considerazioni; per rievocare sentimenti patemi patimenti...

Dei personaggi reali (di Arta e Zuglio) a volte trascrive il nome reale, a volte (quando la situazione potrebbe suscitare imbarazzo o peggio) ne inventa uno ad hoc; dei fatti accaduti e qui descritti, alcuni conservano il realismo del ricordo incancellabile, altri paiono amplificati e distorti dai capricci della memoria...

Appare comunque sempre aderente ad una realtà (quella dei primi anni '70 del secolo scorso) che gli ultrasessantenni di oggi amano ricordare con nostalgia e forse con punta di rimpianto, perchè quel tempo pare oggi circonfuso da un'aura di romantico amarcord che, ad ogni pagina di queso libro, riemerge con prepotente candore...

E l'autore? beh... sicuramente un tipo peculiare, certamente sui generis (come lo stesso sopratitolo rivela)... a volte esagerato pettegolo civettuolo fors'anche offensivo; a volte composto austero controllato; a tratti scherzoso e per nulla reticente; più spesso senza freni e inibizioni letterarie o peggio...

Un' autobiografia scoppiettante, ricca di colpi di scena e inattesi risvolti, intimamente intrecciata alla vivace quotidianità dei due paesi limitrofi serviti...

Insomma un libro "strano" mi è parso sicuramente ma assai godibile e ottimo compagno per trascorrere qualche ora in divertente relax, immaginando scene e scenette di un'epoca che sembra ormai lontanissima nel tempo ma che si è svolta "solamente" 45 anni fa tra Zuglio e Arta, in Carnia!

 

Novembre 2019

1973 l'anno in cui il Dottor Castrogiovanni è stato per un periodo il medico condotto di Arta Terme e del quale a quanto ho recepito, non si è  sentito a suo agio, avendo egli, altra cultura, altro ceto sociale, altri obbiettivi.
Vorrei soffermarmi su alcuni passaggi descritti da lei, che ritengo quasi offensivi e ricchi di presopopea. 
Primo punto, il Sindaco Romolo Scarabelli era persona educatissima e intelligente, mai avrebbe usato atteggiamenti da despota e men che meno scendeva a compromessi. Era un uomo corretto non corrotto e non aveva inciuci in regione o provincia.
Il dottor Felice Giovanni tutto poteva essere ma non un venale; ha assistito i suoi pazienti, attraversando strade e sentieri di montagna a tutte le ore del giorno e della notte, trascurando forse anche la sua famiglia, senza nulla pretendere in cambio e, soprattutto, non aveva bramosia di primeggiare o fare carriera.
La Farmacista, brava e buona fino al giorno in cui ha replicato e si è dimostrata contraria alle sue idee. 
La sorella della Farmacista ragazza solare, espansiva e piena l'ilarità, amica di tutti; da lui descritta in modo sarcastico facendola sembrare quasi una poco di buono.
Caro dottore, quel vantarsi, esibire... pizzi, merletti e lussi cosa che per la nostra gente poteva essere un miraggio, quel descrivere le persone, umili e semplici come zoticoni, mi ha lasciata basita.
No caro dottor Castrogiovanni, per noi  l'arrivo del giovane Dottor Sante Duscio (che lei descrive come capellone e... altro), si è  dimostrato un giovane e bravo medico con un bagaglio si di inesperienza, ma con tanta buona volontà.
Chi ha letto questo libro non è certo rimasto soddisfatto dal suo modo di proporsi e proporre vicende vissute con tragicità, se vogliamo con tanto risentimento e odio per faide paesane, ma pur sempre vissute da persone che indubbiamente, in fondo al loro cuore, hanno ancora aperte le ferite.
Forse io, Capellari Gianna, sono l'unica persona che avrebbe potuto chiudere un occhio su questo racconto perché l'unico personaggio che lei ha descritto per com'era, nel suo essere schietto e diretto, è la guardia senza un braccio (tengo a precisare che era invalido del lavoro non di guerra),Toni...


Toni, era mio padre.

 

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