ANCHE DOMANI SORGERA' IL SOLE

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Questo libro, scritto nel 2001, raccoglie la biografia romanzata di don Onelio CIANI, morto nel 1999.
L'autore, Igino Piutti, ha conosciuto molto bene questo vivace sacerdote friulano, che elesse come sua terra adottiva Tolmezzo, dove iniziò la sua attività pastorale come capellano nel 1954 (durata 5 anni) e dove la concluse con la creazione della Comunità "Rinascita" (nel 1998).

Innanzitutto il protagonista del racconto: si tratta di un prete che fin dalla gioventù manifestò spiccati segni di particolare inclinazione verso i disabili fisici che lo colpirono sempre per la loro debolezza costituzionale sorretta solo da una grande forza psichica.
Anche egli, proprio mentre, giovane prete, svolgeva la sua funzione pastorale a Tolmezzo, accusò i primi sintomi di una terribile malattia degenerativa demielinizzante che, nonostante le drammatiche e inefficaci cure empiriche allora messe in atto, lo portarono un po' alla volta alla totale paralisi, non prima però di aver lottato e combattuto a favore degli handicappati, tra i quali pure egli ebbe la ventura ed il coraggio di arruolarsi fino a diventarne il "capo indiscusso".
A quei tempi i disabili fisici erano ospitati in istituti inadeguati... egli, con una pluridecennale battaglia nelle istituzioni, riuscì a dare loro dignità di persona e rispetto civile.
Questa è la storia per sommi capi di questo personaggio, delineato con le sue luci e le sue ombre, il suo carattere spigoloso e la sua impulsiva generosità d'animo...
Anche altri preti compaiono sulla scena e tutti sono co-protagonisti in questa corale vicenda umana: don Emilio De Roja (insegnante, partigiano, amico degli emarginati, morto in odore di santità...); don Piergiorgio Fain (piccolo e fragile prete dal grande cuore e dalla generosità sconfinata: morirà annegato in mare per prestare soccorso ad un handicappato!); don Mario Del Negro (incompreso prete di Paularo, amico degli ammalati, lui stesso ora - 2012 - gravemente ammalato ed inconsapevole ospite ormai irreversibile della Casa di Riposo di Tolmezzo).
Questa lunga parabola di vita intensa, totalmente dedicata ai più deboli, viene certificata da una lunga relazione scritta proprio da don Onelio nel 1985 (riportata integralmente in fine libro), nella quale egli traccia le tappe più significative di questa avventura nata per caso, vissuta con alterne fortune e giunta a risultati (oggi) impensabili, secondo il misterioso ordito della Provvidenza...

Una parola sull'autore: Piutti, come è ormai nel suo stile, anche qui riesce perfettamente a coniugare la storia reale con la sua rappresentazione letteraria. In queste pagine, a tratti altamente poetiche, riesce a focalizzare perfettamente la figura di questo prete particolare e a volte "strambo o sopra le righe" (la vendemmia... la Gilera... il sottotetto del duomo...) al punto che i particolari "inventati" che ornano gli accadimenti reali danno ottimo sapore e intensa sapidità ad una biografia che, altrimenti, sarebbe risultata assai diversa e sicuramente fredda e insipida, così come avviene solitamente per le biografie ufficiali, laddove gli storici di professione (o ritenuti tali) si limitano ad un lungo e arido elenco di date e avvenimenti, privo di quel pathos umano che, solo, ridà vita e anima al trapassato che pur si vuole rievocare.
La sapiente penna di Piutti sa ritoccare abilmente, come in un delicato restauro, le scene sfocate o erose dal tempo, le sa vivificare e riportare al pristino splendore, senza mai alterarne i colori o i lineamenti, senza esagerare nelle tinte e soprattutto senza modificare il paesaggio di fondo che resta sempre riconoscibile e coerente con i personaggi dei primi piani.
Quando un libro si legge molto volentieri ed in breve tempo, significa non solo e non tanto che l'argomento trattato è interessante ma soprattutto che l'autore ha saputo parlare direttamente all'animo del lettore, ha saputo mettersi in sintonia con la sua sensibilità e le sue attese. Se poi lo ha anche fatto con uno stile ottimo e impeccabile...
Per questo motivo direi che quest'opera va ascritta tra le più riuscite di Piutti: infatti questo genere letterario mi pare sia quello a lui più congeniale e più vicino alla sua forma mentis e proclivitas animi.
Non voglio assolutamente affermare che gli altri generi letterari in cui egli si cimenta siano a lui preclusi, ma questo specifico genere mi pare quello a lui più confacente perchè gli consente di esprimere tutta la sua abilità nel mescolare con saggia avvedutezza il reale e l'immaginato, il vero e il verosimile, il documentato e la (quasi sempre presente) subliminale nota autobiografica.

 

 

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