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ALPI CARNICHE
uno scrigno geologico |
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Questo è l'ultimo libro di Geologia divulgativa scritto da Corrado Venturini insieme a Giuseppe Muscio, edito dal Comune di Udine e dal Museo di Storia Naturale e pubblicato nel marzo 2012.
Si tratta di un lavoro che, pur ponendosi nella ormai lunga e prestigiosa scia delle precedenti opere di questo prolifico autore carnico, si distingue da esse per alcune caratteristiche che più sotto saranno evidenziate.
Innanzitutto questo libro si presenta bilingue (italiano-tedesco) perchè ormai la stretta collaborazione tra la comunità geologica italiana ed austriaca, che attingono alle medesime "fonti originarie", ha sancito un interesse per questa materia che supera i confini degli stati e che va a riguardare una platea sempre più vasta di cultori ed appassionati.
Lo scopo di questo nuovo libro è quello di evidenziare come la Carnia sia davvero uno scrigno geologico di eccezione che va analizzato approfonditamente in ogni sua parte e Venturini riesce egregiamente a dimostrare questo assunto (che compare in premessa) perchè al termine della lettura di queste semplici ma esaustive pagine, il lettore ha davvero la certezza che la Carnia costituisca davvero una sorta di compendio geologico eccezionale che merita assolutamente di essere conosciuto (dai carnici stessi prima che da altri ovviamente!).
Molte domande intriganti trovano subito qui risposte esaurienti; molti luoghi comuni trovano invece smentite convincenti; molti misteri sono qui svelati; molte affascinanti ipotesi sono qui magistralmente esposte.
Il taglio del racconto assume a volte caratteristiche "poliziesche" nel senso più vero del termine e Venturini stesso (come ama fare nei suoi geo-tour carnici sempre più affollati) sollecita spesso a pensare al famoso tenente Colombo che sa, con consumata perspicacia, cogliere i più labili e (apparentemente) insignificanti indizi che alla fine però portanto invariabilmente alla soluzione del caso. Indizi che le vallate della Carnia sanno offrire in abbondanza all'escursionista attento, che abbia la curiosità e il desiderio di andare all'origine del "misfatto" leggendo le "pagine di questo libro di roccia spesso quasi 500 milioni di anni".
La magistrale capacità espositiva di Venturini traspare in ogni pagina e la sua fervida e utilissima (per il profano) immaginazione raggiunge qui picchi impensati:
"il geologo è l'occhialino 3D in grado di trasformare in immagini tridimensionali i caratteri di una parete rocciosa"... "gli scatoloni subsidenti del Pramollo e di Forni Avoltri"... "come i tasti di un pianoforte che vengono abbassati in ordine casuale"... "la memoria geologica affidata a un geo-cantastorie (il geologo)"... "Il geologo come Geppetto che fa rivivere qualcosa di inanimato"... "i crononauti che navigano nel tempo passato"..."una Ferrari della geologia!"... Insomma un continuo e rutilante caleidoscopio di metafore, paradossi, paragoni, che impressionano per la loro chiarezza e rassicurano subito nella comprensione di un testo non sempre facile.
In particolare mi hanno colpito alcuni passaggi:
- l'orogenesi "ercinica" di 360 milioni di anni fa e quella "alpina" di soli 5-10 milioni di anni fa hanno "costruito" le nostre catene montuose come (quasi) le vediamo oggi.
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il racconto della "fine del mondo" che avverrà presumibilmente "tra 5 miliardi anni, quando il sole, terminato il suo combustibile, si dilaterà con un'esplosione di energia... diventando una stella nana dalla luce biancastra". Un racconto davvero scientifico e preciso, che affascina e nel contempo rassicura...
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il secondo maggiore conoide di deiezione europeo ancora attivo è quello del rio Citate "il cui corso solca come una ferita mai rimarginata il corpo roccioso del Monte Amariana". Il primo di questi conoidi si trova in Francia.
- l'accorciamento della Carnia avvenuto a Ovaro "durante le incredibili compressioni mioceniche... un territorio lungo circa km 20 è stato capace di infilarsi obliquamente da sud verso nord, sotto la superficie di questa particolare faglia che emerge all'altezza di Ovaro... inghiottito nel volgere di una decina di milioni di anni..."
Ma esistono tantissime altre "curiosità" che lasciano davvero senza fiato e con tanti legittimi dubbi sulla loro veridicità, che al profano appare a volte davvero ardua ma che per il geologo esperto rappresenta il pane quotidiano.
Il libro è suddiviso in due parti:
- la prima offre le linee generali per una comprensione successiva ma non è scevra di stuzzicanti dilemmi, i maggiori dei quali sono: esistono differenze geologiche tra Carnia Carinzia e Comelico? esistono caratteristiche geologiche peculiari alla sola Carnia? Le risposte di Venturini appaiono molto articolate, puntigliose, documentate, e fanno largo uso di esempi pratici ormai familiari ai lettori di questo autore che sa sempre esporre concetti difficili con locuzioni semplici ed immediate.
- la seconda parte
presenta i principali itinerari geologici delle Alpi Carniche: la valle del Chiarsò, la valle del But, la valle del Degano, la Valle del Bombaso, il crinale Volaia-Monte Croce Carnico, la valle del Tagliamento. Per ognuno di questi suggestivi e incredibili percorsi esiste una iconografia eccezionale, chiara e facilmente memorizzabile. Di ogni affioramento (cime, creste, pareti...) sono descritte ed analizzate le porzioni relative a ciascun periodo geologico. A volte il puzzle visibile può apparire incomprensibile ed illogico oltre che inadeguato a risolvere il caso: ma qui sovvien la genialità amica del "tenente" Venturini che, dopo aver estratto pennarello e bloc-notes, si fa in quattro a spiegare il come e il perchè di "anomalie" visive altrimenti inspiegabili...
Oltre al passato "remoto" (quantificabile in milioni di anni), Venturini intrattiene anche sul passato "prossimo" (misurabile in migliaia di anni) e queste due temporalità, che a volte parrebbero non concordare (come successe con la storia del paleolago di Sutrio-Paluzza presente nella memoria storica dei valligiani ma inconcepibile per il geologo) rendono assai bene l'idea del tempo geologico che noi poveri mortali (quorum ego) fatichiamo assai a percepire e a stimare, se non con l'ausilio delle iperboli venturiniane.
Una carellata finale alle miniere di Carnia e la segnalazione delle più istruttive camminate geologiche sulle nostre Alpi erano quasi d'obbligo.
Mi permetto tre brevi annotazioni finali riguardanti quest' opera di geologia divulgativa che, a parte veniali ed isolati refusi tipografici, rappresenta una guida sicura per escursionisti, appassionati e cultori di questa affascinante scienza:
- la copertina è stranamente orfana dell'indicazione degli autori dell'opera e questo è un ricorrente incomprensibile vezzo degli editori;
- sarebbe stato utile inserire come segnalibro cartaceo mobile il calendario geologico (e magari sul retro la semplificazione dell'età della Terra "valutata" nei 365 giorni dell'anno) che torna utilissimo ad ogni pagina e la cui assenza obbliga a ripetuti e fastidiosi feed back;
- sarebbe stato infine utilissimo far precedere ogni itinerario descritto con la cartina Tabacco del luogo, così da facilitare il curioso od appassionato che voglia accedervi (come del resto è stato egregiamente fatto in Geositi del FVG).
In questo modo la prossima edizione sarà davvero completa e più fruibile.
Il libro è distribuito dal Museo di Storia Naturale di Udine.