Nella prestigiosa sede di uno
dei più splendidi palazzi settecenteschi di Tolmezzo, palazzo CAMPEIS,
è istituito il Museo Etnografico delle Arti e Tradizioni Popolari della Carnia.
Fondato dal sen. Michele Gortani (1883-1966), il museo ha assunto via via nei
decenni la fisionomia attuale che lo pone ai vertici europei nella sua specialità.
Moltissimi visitatori giungono infatti dai paesi del Nord per godere di uno
spettacolo davvero unico e affascinante che evidenzia, attraverso un susseguirsi
di ambienti perfettamente ricostruiti, lo svolgersi delle manifestazioni e delle
tradizioni di un popolo che aveva saputo conservare nelle proprie case i retaggi
culturali e materiali di una lunghissima tradizione orale, che si tramandava di
generazione in generazione. Ed allora ecco la sezione dei legni (con
tutta l’oggettistica costruita mano: posate, codars, sampogns, mascarons,
masjinins…), quella delle stoffe (da quelle preziose del Linussio a
quelle ruvide del popolo, dai lini alle sete…), quella del ferro (con i
ferai, i cjavedai, foraducjes…), quella dei mobili (inginocchiatoi,
sedie, comò, armarons, cassepanche…), quella dei quadri (di ignoti e
di personaggi noti, di valore ma anche artigianali), quella del rame (con
la sconfinata serie di bronzins e cjaldirs…), quella delle calzature (scarpez,
ciucui, galosces…), quella dei vestiti (una infinita serie di
abbigliamento maschile e femminile che indica l’evoluzione dei gusti e
dell’economia), quella dell’arte sacra (croci, madonne,
acquasantiere…). Si tratta insomma di un affascinante itinerario nel tempo
passato alla riscoperta di come vivevano i nostri antenati nella medesima
terra di Carnia in cui noi oggi abitiamo. Certamente la oggettistica esposta
è appartenuta prevalentemente alle classi sociali più elevate (e questo
è forse il limite di questo Museo) ma a voler meglio osservare con occhio
equilibrato, si possono osservare anche le tracce lasciate dalla povera
gente, dai più umili, da coloro che non hanno fatto la storia, ma l’hanno
spesso subìta: manaries e manarins, couts
e codars, cjaviles e stroz, gli attrezzi del mestiere, per intenderci… Molto
interessanti sono poi le ricostruzioni di alcuni ambienti particolari della
casa carnica signorile del ‘700: la cucina, la camera da letto, il fogolar;
vi è anche la sala della filatura e tessitura.
Chi esce da Palazzo Campeis
e si rituffa nella quotidianità di Tolmezzo, prova spesso un tonfo al cuore,
avendo la netta sensazione di lasciare un mondo tranquillo e sereno dove il
tempo aveva altri ritmi e le stagioni rispettavano le cadenze naturali dei loro
cicli. Per questo, ogni tanto, fa davvero bene all’anima una visita a Palazzo
Campeis, dove la Carnia dei secoli tranquilli è sempre pronta ad accoglierti
per un minuto di riflessione e serenità.
Per informazioni telefono: 0433 43233
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Cucina
carnica |
Filatura
e tessitura (1700) |
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Fogolar
(1700) |
Camera
da letto del 1700 |