Le fisarmoniche di PAKAI

Cleulis di Paluzza

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Cimitero di S. Daniele a PaluzzaQuest’anno ricorre il XX anniversario della morte di Matiz Amato (PAKAI), avvenuta il 20 settembre 1985.

Pakai è sepolto nel cimitero di S. Daniele di Paluzza, ma la sua casa sul Moscardo è tornata a vivere, non solo perché la moglie Josette e la figlia Gina hanno voluto, dopo la sua morte, ristrutturare la vecchia casa di Pakai ed andarci ad abitare definitivamente, ma soprattutto perché l’antico salâr di questa casa, trasformato in mansarda, è stato adibito a LUOGO DELLA MEMORIA.

Una memoria che negli anni non si è andata sbiadendo ma si è maggiormente strutturata e conservata, non solo per merito di queste due caparbie donne di Carnia, ma anche per i numerosissimi estimatori di Pakai che continuano ad ascoltare e a suonare la sua musica, come risulta inequivocabilmente anche dal nostro Forum.

Casa di PakaiPakai ha segnato un incredibile e preciso periodo storico musicale di Carnia, di cui era diventato l’icona indiscussa e l’autorevole leader che, attingendo alla musica folcloristica del passato, aveva saputo riesprimerla e adattarla alle mutate sensibilità degli anni ‘60 e ’70, caratterizzati da sperimentazioni audaci e invenzioni strabilianti.

Il genio musicale di Pakai aveva saputo piegare una musica popolare e popolaresca, antica di decenni e decenni, forgiandola e plasmandola con gusto nuovo, nobilitandola, sotto i suoi tasti, fino a farle assumere una dignità artistica di alto livello.

Non erano solo i suoi virtuosismi o le sue performances a caratterizzare il famoso Trio, ma era la sua creatività, la sua “ghenghe” che riuscivano a trasformare una musica allegra in allegria musicale.

La sua musica era anche romantica, anche triste a volte, anche indecifrabile… Ma tutti i suoi pezzi erano inconfondibili e chiunque, anche il più ignorante di musica, capiva subito se si trattava di Pakai oppure no.

La sua musica, o meglio la sua esecuzione, erano di una tale suggestione che nessuno riusciva a sottrarsi a quella magica atmosfera, resa solitamente più gagliarda dal merlot, raccolto e bevuto cul cop da un cjaldîr, sempre ricolmo accanto ai suonatori…

Il Trio Pakai pubblicò: audio-cassette, dischi LP e 45 giri: all’epoca la Carnia ed il Friuli erano contagiati dalle sue interpretazioni, dai suoi guizzi, dalle sue fughe…

Una infinità di ballate carniche e friulane sono da ascrivere a Pakai: valzer, polka, tango, mazurka, stajare…

I titoli non si contano, il repertorio è vastissimo e solo un profondo conoscitore di Pakai sarebbe oggi in grado di elencare tutta la sua vasta produzione: Su la mont da Sudri, La sunade di santul Viti, Allegro Friuli, Al tramont, Valzer di Pakai, Zoventût

Questa musica di Pakai uscì naturalmente dai ristretti confini di Carnia (dove stimolò imitatori e artisti) e fu molto apprezzata anche nelle regioni vicine (Carinzia, Slovenia, Veneto…).

Il TRIO PAKAI (Amato alla fisa, Genesio al basso e Paolo alla chitarra) esportò si può dire in ogni FOGOLÂR FURLAN del mondo il sapore e l’allegria di Carnia. Tutto il mondo friulano e carnico conobbero così questa nuova fioritura musicale e ne trasse gran beneficio intellettuale e spirituale

Quando Pakai morì, ci furono piccoli e reiterati tentativi di resuscitare il TRIO, ma abortirono tutti: PAKAI era unico e insostituibile!

Oggi tutto quel mondo, tutta quella straordinaria musica, tutti quei gloriosi strumenti e ormai storici cimeli appartenuti ad Amato, sono amorevolmente raccolti e sistemati in questo PICCOLO MUSEO DI PAKAI, in cima al Moscardo: sono strumenti perfettamente in ordine e funzionanti; molti visitatori e fisarmonicisti li vogliono suonare per risentire quelle note, quel particolare suono, quel timbro inconfondibile che ancora oggi commuove…

La figlia Gina (0433 779095, citando questa fonte d’informazione) e la moglie Josette accolgono con gioia chiunque vada a trovarle: un impercettibile filo di commozione attraversa per un lampo gli occhi delle due donne…

E con dignitoso orgoglio (quello stesso di Pakai) aprono al visitatore la parte migliore della loro casa.

Uno splendido opuscolo di Celestino Vezzi

Merita qui citare un breve opuscolo, curato da Celestino Vezzi e pubblicato dal Circolo Culturale Ricreativo di Cleulis, in occasione del X anniversario della morte di Pakai (avvenuta nel 1985). Questo esile lavoro del 1995, corredato da foto inedite in b/n, si compone sostanzialmente di due parti:
- la prima riporta le principali tappe della vita di Pakai e soprattutto le principali tappe del successo del Trio PAKAI che, partito sommessamente nei primi anni '60, si ritrovò, quasi d'incanto, baciato da una strepitosa fortuna sia nelle vendita di dischi 45 e LP sia nelle varie tournèe friulane, europee, americane e sudafricane.
- la seconda parte è occupata dai ricordi dei sopravvissuti: tra tutti merita l'elogio l'evergreen Gjenesio, la cui verve giocosa e ridanciana penetra e innerva testimonianze e ricordi davvero stupendi: spesso si tratta di aneddoti, altre volte di fatterelli, solitamente di accadimenti perlopiù ignoti che qui si colorano della simpatia e della schiettezza di Gjenesio: alcune sono delle vere e proprie barzellette che fanno sclopâ da ridi... e rendono bene il carattere di Pakai e il clima di allegri compagnoni che caratterizzava questo spontaneo e indimenticato sodalizio.

 

Chi volesse recuperare questo splendido fascicolo, potrà (con fortuna?) rivolgersi al Circolo di Cleulis oppure alla tipografia Cortolezzis di Paluzza.

 

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