Pochi
ancora sono a conoscenza di questo importantissimo (per la Carnia,
ma non solo) sito archeologico
che si trova sul colle Mazeit in comune di Verzegnis. L'opportunità di
conoscerlo me l'ha offerta l'amico Gigi C. che mi ha voluto accompagnare
sul posto.
La gente
del paese si tramandava di generazione in
generazione
le leggende relative a questo luogo remoto e misterioso (Mazeit=
macerie) per cui, sulla base di queste LIENDES, furono
iniziati i primi scavi nel 1989 che proseguirono successivamente nel
2000 e nel 2004 quando furono riportati alla luce i resti maestosi della
torre e dell'insediamento fortificato sottostante, che
ha restituito reperti e strutture che si inquadrano cronologicamente
tra il 4° millennio prima di Cristo ed i secoli IX e X dopo
Cristo (tutte
queste note sono liberamente tratte da scritti sparsi dell'archeologa Gloria
Vannacci Lunazzi che abita a Villa di Verzegnis e che è stata
ed è tuttora la promotrice e la Direttrice scientifica di questo
importante giacimento
culturale carnico ed alla quale va il partecipato grazie di Cjargne Online).
Il colle Mazeit domina lo sbocco della Valle del But nel Tagliamento
e a sud guarda verso la val d'Arzino: la torre quindi faceva certamente
parte di un più vasto sistema di fortificazioni "in rete" su postazioni
strategiche che oggi, a causa della folta vegetazione, non si è più in
grado di percepire nè tanto meno di osservare.
La torre, a base quasi quadrata (ricorda la Torate di Paluzza) ha una
superficie interna di mq 35 ed è stata indagata in profondità fino
ad uno strato di materiale combusto a seguito di un incendio che distrusse
il manufatto e che una datazione radiocarbonica colloca tra il 1150 e
il 1270. Tra i reperti rinvenuti vi sono: frammenti di ceramica grezza,
decorata a pettine, punte di freccia, una chiave, un pettine di ferro,
un balsamario in vetro, monete...
Gli scavi condotti al di sotto dello strato carbonioso hanno permesso
di verificare che la torre è stata costruita o ristrutturata nel
VI sec. d.C. in epoca bizantina, sopra di altre preesistenze (epoca romana
imperiale).
Lo
studio della zona pianeggiante, al di sotto della torre, ha consentito
di andare più indietro nel tempo quando l' insediamento
umano si era munito di una cinta fortificata in pietra che risale il
colle fino a comprendere anche la torre.
Questo primitivo insediamento sarebbe stato poi riutilizzato anche
nell'Alto Medio Evo come ha dimostrato il ritrovamento di una tomba
femminile paleo-slava fornita di orecchini in bronzo (tipologia presente
in Carniola-Carantania nel VII sec.). Questi resti ossei, studiati
nel Laboratorio di Paleontologia di Pisa, sono di una
donna alta m. 1,40 affetta da osteomielite.
Altri
scavi effettuati lungo la cinta muraria hanno consentito di stabilire
una frequentazione umana ricorrente nel neolitico (3600
a.C.) con ritrovamenti di selce scheggiata; nell'età del bronzo (ceramica,
bronzi e corna di cervo lavorate); nell'età del ferro (con
ampliamento delle costruzioni) e fino
al
periodo celtico (armille in bronzo, paraguance trilobato, coltelli,
fibule) e all'età romana (fibule bronzee)...
I
resti della torre sono stati attualmente coperti da una ampia tettoia
ed il Comune intende valorizzare questo Parco Archelogico nel
prossimo periodo (attualmente le mura di cinta sono ricoperte da ampi
teli di nylon
o di altro materiale
sintetico che francamente disturbano l'occhio e non permettono una
visione adeguata del sito).
Speriamo
che il sito possa essere al più presto restituito ai visitatori
nella sua nuda integrità, capace di suscitare curiosità,
apprezzamento, interesse per una storia (quella di Carnia) che riserva
sempre aspetti
nuovi
e impensabili, che richiedono continui approfondimenti.