Ogni anno a Raveo,
nella prima domenica di dicembre, si tiene una importante manifestazione
gastronomica che si chiama ANTICHI SAPORI DI CARNIA, nella quale vengono
presentati per la degustazione moltissimi piatti e antiche ricette nostrane. Vogliamo mutuare da Raveo
la denominazione per il nostro nuovo balcon sulla Carnia di ieri e di oggi, che
andiamo ad inaugurare presentando un elenco di pietanze semplici,
frugali, con ingredienti spesso poveri ma di facile preparazione, che un tempo
costituivano il menù pressoché quotidiano dei carnici che puntavano a
sopravvivere tra mille avversità. L’elenco ci è stato fornito da none
Netta, di Paluzza, abile creatrice di gustosi cjarsjons ed altro… Presto queste pietanze
potrebbero tornare di moda, risospinte sulla tavola dalle impellenti necessità
ipocaloriche della società moderna che non conosce più il sano e semplice
mangiare di un tempo, quando non c’erano diabete, obesità o ipertensione
(almeno non come oggi). “Cjargne online” rilancia questa LISTA GASTRONOMICA DEL BENESSERE di none Netta e invita i cibernauti non solo a farne esperienza ma ad inviarci altre vecchie ricette culinarie del tempo andato, interrogando nonne e vecchie zie… Alfio Englaro
1. I mangjâs di un viaç
2. CARNIA Non possiamo non
presentare, come aperitivo di questo balcon, il MANUALE CULINARIO DI CARNIA,
realizzato dal compianto chef Gianni Cosetti (ristoratore emerito presso
l’Albergo Roma di Tolmezzo), edito dalle Arti Grafiche Friulane di Udine (cerca
su internet e cita questa fonte d‘informazione) nel 1995. Il titolo del libro è VECCHIA
E NUOVA CUCINA DI CARNIA, dove Cosetti (animo schietto e perfino rude, non
più tra noi) ha raccolto non solo le ricette degli antichi piatti di Carnia
(spesso reinterpretati personalmente), ma presenta anche una serie di pietanze
singolari da lui stesso inventate ed elaborate, oltre che battezzate. Il libro, un messale di
oltre 200 pagine, offre una smisurata serie di creazioni: 21 tipi di
Antipasti, 46 Primi, 43 Secondi, 17 Verdure, 8 Salse, 20 Dolci. Solo alcuni “assaggi”
delle fantastiche creazioni di Gianni Cosetti: Tocj in braide, File e Daspe, Salam tal aseit, Gjavedon, Radic di bosc,
Mignacules cun luanie, Fregoloz di jerbis, Bleons di carpe, Farvalan, Blecs di
Cjanal, Schultar, Us e sparcs, Temul tal cinisar, Vigjel sciampat, Pendalons,
Articjocs, Cren e meluz, Pestadice… Ecco cosa scrisse anni fa Gianni
Brera (requie) ne “Il club del giovedì” sull’Europeo: ”…scopro
a Tolmezzo un ristorante di sicura classe mondiale, il Roma, nella cucina del
quale reinventa cose medioevali il patron-chef Gianni Cosetti. L’eno-magnata
è di quelle che ti confermano per una volta, che a tavola non si invecchia…” Oggi Gianni Cosetti
non c’è più e il ristorante Roma di Tolmezzo passerà presto ad altra
gestione nel 2004. Resta tuttavia ancora vivissima la memoria visiva di lui e
quella olfattivo-gustativa dei suoi piatti. Ma resta, soprattutto, il suo
libro che costituisce davvero il suo TESTAMENTO GASTRONOMICO per la Carnia. 3. Ricordiamo che non
esiste UNA ricetta dei cjarsjons di Carnia, ma ogni paese (anzi: ogni FAMIGLIA
di ogni paese di Carnia) ne possiede una propria particolare, al punto che lo
stesso cjarsjon fatto a Cleulis è diverso (come sapore, gusto e forma) da
quello fatto a Paularo, che è a sua volta diverso da quello servito a
Comeglians. A. Preparazione
della PASTA B. Preparazione
del PASTUM C. Preparazione
del CJARSJON D. Cottura del
CJARSJON …e cumò prove encje tu! Tu vedarâs ce bogns-ve!!!!!
4. di Mima FRICO TENERO (per 4 persone) 1. Tagliare a pezzetti kg
0,500 di formaggio latteria stagionato di 3-4 mesi. 2. Grattugiare (con una
grattugia grossa) 2 patate crude. 3. In un tegame inaderente,
soffriggere 1\2 cipolla in poco olio ed aggiungere le patate grattugiate. 4. Salare e, cocendo a
fuoco lento, mescolare lentamente fino a che le patate sono diventate tenere. 5. Aggiungere il formaggio
a pezzetti, mescolare e continuare la cottura a fuoco lento, fino a che il
formaggio è completamente fuso e gli ingredienti ben amalgamati. 6. Dieci minuti prima di
togliere dal fuoco, aumentare la fiamma e lasciare abbrustolire il fondo finchè
si sarà formata una crosticina dorata. Scuotere allora il tegame affinché il
FRICO si stacchi dal fondo. 7. Ripetere l’operazione
di doratura dall’altra parte, capovolgendo il FRICO nel tegame. 8. Ultimata la seconda
doratura, far scivolare il FRICO sul piatto di portata e tagliare in porzioni. CESTINI DI FRICO CROCCANTE 1.Grattugiare kg 0,500 di
formaggio latteria stravecchio con la grattugia fine. 2. Ungere con olio il fondo
di un tegamino in aderente e far riscaldare a fuoco vivo. 3. Far scendere a pioggia
una manciata di formaggio grattugiato fino a coprire in modo omogeneo il fondo
del tegame. 4. Spolverizzare quindi con
un po’ di farina di mais. 5. Senza mescolare,
lasciare fondere e rapprendere il formaggio, scuotendo delicatamente il tegame. 6. Prima che si indurisca,
sollevare delicatamente il disco di FRICO e, con l’aiuto di due palette di
legno, appoggiarlo sopra un bicchiere capovolto, lasciando che si modelli sulla
forma convessa del bicchiere, a mo’ di cestino. 7. Lasciare raffreddare
e indurire definitivamente; staccare il cestino di FRICO dal bicchiere e
servirlo con… fantasia, accompagnandolo con polenta o riempiendolo con crema
di ricotta ecc... 8. Ripetere
l’operazione tante volte quanti sono i commensali… 5. 4 lt. Acqua l kg. polenta (non preccotta!!!!!) sale quanto basti D'accordo alla farina se é nuova o nó ci sará bisogno di piú
o meno polenta!! Mettere in ebollizione l'acqua giá salata in un "calderino di "ghisa"o di rame, a mancanza di questi, usare una pentolone alto e con pancia. Appena bolle aggiungere a pioggia una manciata di farina e poi poco a poco il resto aiutandoci, fino a farina finita, con uno sbattiuova affinche non si formino dei grumi. Per ottenere una polenta ben dura é necessario che sia dura fin dall'inizio, se cosí non fosse aggiungere un pó piú di farina in superficie pochino a pochino e mescolando piano, sempre in superficie, sino ad averla ben amalgamata con il resto. Fuoco fortissimo. Lasciare che si formi una bella crosta e che incomincia ad affumicare. Girare con bastone della polenta sempre dal basso verso l'alto, lasciar riposare 5/7 minuti , rimescolare e cosí via fino a cottura ultimata che avverrá dopo un'ora circa. Preparare la spianatoia di legno e rovesciare il calderino ó la pentola versandoci sopra la polenta che verrà tagliata con il filo. Mantenere calda coprendola con un canovaccio pulito!
6. 1 KG. di Crauti giá
fermentati (si comprano in confezioni ó sciolti in alcuni negozi) 2 cucchiai d'olio d'oliva 2 cucchiai di farina bianca 3 ó 4 spicchi d'aglio se fosse necessario, sale
Lavare varie volte il chucrut, e farlo cuocere in una pentola con un pó
d'acqua una mezz'ora (dovrá ridursi quasi totalmente il liquido; quel poco
d'acqua che rimarrá, servirá per spessire il piatto. Intanto che cuoce il chucrut, mettere sul fuoco un pentolino con l'olio e la farina bianca, mescolare bene fin
quando questa si dorerá. Togliere dal fuoco ed aggiungere gli spicchi d'aglio tagliati a fettine
sottili. La
temperatura dell'olio le friggerá. Buttare il tutto sul chucrut e lasciare
amalgamare sul fuoco per alcuni minuti affinché si raggiunga quasi una
consistenza cremosa. Volendo si puó
aggiungere a questo preparato delle
salsicce, bucate e giá bollite per togliere l´eccedenza di grasso, e servire
come unico piatto
500 gr. di zucca gialla - 5 dl. acqua - 5 dl latte - 200 gr. di farina di mais - 100 gr. di burro - sale quanto basti.
Mondare la zucca dalla scorza e dai semi, tagliarla a pezzi e lessarla in acqua salata, a cottura ultimata passarla nel passaverdure insieme alla sua acqua di cottura, aggiungere il latte e, sempre mescolando, la farina di mais cercando di non formare grumi. Fare bollire per 20 minuti cotinujando a mescolare fino ad ottenere un crema. Servire ben calda accompagnata da latte freddo man mano si mangia. 300 gr. formaggio stagionato 3 o 4 mesi ( stile Montasio) - 4 patate grosse - 1 cipolla - 150 gr. pancetta affumicata - sale e pepe
Rosolare in una casseruola la pancetta tagliata a pezzettini piccoli assieme alla cipolla affettata sottilissima. Aggiungere le patate a pezzetti, il sale il pepe ed un po d´acqua, coprire e cucinare per una trentina di minuti. A cottura ultimata aggiungere lentamente il formaggio tagiato a fettine ed amalgamare. Passarlo in un altro tegame cercando di togliere il grasso eccedente. Rosolare bene da ambo le parti formado una crosta ben dorata. Servire caldo accompagnato da radicchio condito con aceto e pancetta fritta calda e, perché no, anche da una bella e fumante polenta!!!!
Giorgio, se hai in testa qualche piatto nostrano che non ti ricordi come farlo, fammelo sapere...magari cercando puó darsi che trovi la ricetta e te la possa fare avere! Un salutone (AH! non sono partita per l´Italia, ti faró sapere quando sará) Marisa
300 gr. patate
200 gr. farina 00
1 uovo
noce moscata
prezzemolo
Ripieno:
100 g. salsiccia fresca od affumicata
1/2 bicchiere vino bianco
1 uovo abattuto
Condimento:
200 gr. ricotta fresca
2 dl. di latte
pepe in grani
Preparare la pasta lessando le patate ben lavate
con la buccia, pelarle e passarle al setaccio lasciandole raffraddare.
Impastare il passato con l´uovo, la farina, la noce moscata ed il
prezzemolo. Per fare il ripieno, rosolare la salsiccia fresca (o
affumicata) sbriciolata, bagnarla con il vino bianco e lasciare evaporare.
Stendere la pasta sottile sulla spianatoia infarinata e stando attenti che non
si attacchi tagliare dei dischi di 6 cm. di diametro, quindi riempire ogni uno
con un cucchiaio di ripieno. Ripiegare i dischi e raichiuderli
bene premendo sui bordi. Cuocerli in acqua bollente salata per alcuni
minuti, quindi scolarli. A parte preparere una crema tiepida frullando
la rocotta con il latte caldo. Versare su ogni piatto questa salsa, sei
cjalsons caldi e spolverate con pepe appena pestato grossolanamente nel
mortaio.
Pasta:
250 gr. farina
acqua tiepida
sale
1 uovo per spennellare
Ripieno:
300 gr. di patate
1 cipolla
50 gr. burro
20 gr. cannella in polvere
100 gr. uva sultanina
100 gr. zucchero
sale - pepe
un pizzico menta secca
1 limone
Condimento:
80 gr. burro fuso
100 gr. ricotta affumicata.
Amalgamare la farina con acqua e sale, quindi
lasciarla riposare per circa 20 minuti. Per il ripieno lessare le
patate, passarle al setaccio e impastarle con la cipolla, che avrete
precedentemente fatto appassire nel burro, con la cannella in polvere, l´uvetta,
lo zucchero, la menta e la buccia di limone grattugiata. Salare e pepare.
Tirare la pasta con il matterello, ritagliare dei dischi di circa 6/7 cm. di
diamentro e riempire ogni uno con un cucchiaino di ripieno.
Spennellare i dischi con l´uovo sbattuto, piegarlo in due e chiuderli bene
premendo sui bordi. Buttare i cjalsóns in acqua bollente salata,
appena vengono a galla raccoglierli con un mestolo forato, metterli in una
pirofila calda ed infine condirli con il burro fuso (dev´essere d´un
colore marroncino), ricotta affumicata gratuggiata, cannella ed un poco di
zucchero.
11.
Macaróns di Cóce (gnocchi di zucca)
500 gr. zucca gialla senza scorza
200 gr. farina 00
l uovo
100gr. burro
100 gr. ricotta affumicata (fuori dall´Italia
é difficile trovarla, allora sostituirla con un buon Parmigiano)
6/7 foglie di salvia
Cuocere la zucca privata dalla scorza a vapore
ó con poca acqua, passarla al setaccio e lasciarla raffreddare. Unire l´uovo
e la farina mescolando con energia con il frustino finché si formeranno
delle bollicine nell´impasto. In una pentola fate bollire abbondante
acqua salata, con l´aiuto di un cucchiaino formare dei piccoli gnocchi ed
immergere circa una dozzina nell´acqua bollente, aspettare che vengano a
galla, raccoglierli con un mestolo forato e metterli subito in acqua fredda.
Continuare cosí fino alla fine dell´impasto. A cottura ultimata metterli
tutti in acqua bollente salata per qualche minuto, scolarli e metterli nei
piatti conditi con il burro fuso (ben fuso; dorato), con la salvia e
cospargeteli con la ricotta affumicata grattugiata
12. Cràut cjargnel: (ricetta famigliare d´Ovaro)
1 kg. Crauti (oggi, in mercato, si
possono comperare sia sotto vuoto che al peso)- 1 cipolla ó 2 denti d´aglio -
2 cucchiai di farina 00 - 1 dl. olio extravergine di oliva
(originalmente si faceva con lo strutto) - 1 osso di maiale affumicato
( all´estero é difficile trovare le ossa affumicate, peró sí si
trova affumicato sia pancetta che braciole le
quali potranno supplire abbastanza bene il nostro osso) -
- sale, pepe
Se i crauti sono troppo acidi, lavarli sotto
il rubinetto e strizzarli; poi, in una pentola coperta, farli bollire
assieme al pezzo di maiale coperti d´acqua per circa un´ora e mezzo.
Mentre si cucinano, in un tegame soffriggere nell´olio la cipolla tritata
finemente ó i due denti d´aglio tagliati a fette sottili, poi
aggiungere la farina e mescolando continuamente fare rosolare per
pochi minuti (per esperienza consiglio far rosolare prima la farina nell´olio
e quando questa ha preso un colore marroncino chiaro, spegnere il
fuoco ed aggiungere la cipolla e ó l´aglio ; si doreranno benissimo
giacché la temperatura dell´olio é altissima e si mantiene cosí il
tempo sufficente per completare la doratura), versare questo preparato
nei crauti che devono essere rimasti con appena, appena l´acqua
necessaria per formare una pastella, salare (sempre se fosse necessario),
pepare e rimescolare per un pó affinché il tutto s´insaporisca.
Servire ben caldi o come piatto unico nel caso della pancetta ó
delle braciole, o come contorno d´altre carni (bolliti ó maiale)
13.
Prendere una lepre mediana, pulirla, lavarla
bene e poi lasciarla per un pó sotto il getto d´acqua corrente.
Tagliarla a pezzettini , scartando ció che non si mangia, e metterla a
macerare durante 24 ore in vino rosso e aceto e verdure
(Cipolla, carota, sedano, aglio, grani di pepe bianco) cambiando per due
volte tutto il liquido. Rosolare in olio e burro parte delle
verdure finemente tagliate ed i pezzi di lepre. Rosolato il
tutto bagnare con del vino rosso lasciare evaporare, aggiungere il
resto delle verdure e 200./. 250 gr. di pelati triturati. Salare,
coprire con del brodo e lasciare cucinare a fuoco lento per circa due ore.
A cottura ultimata passare le verdure per il passaverdure ottenendo
cosí una salsa ben consistente (se risultasse troppo liquida aggiungere
un cucchiaino di farina) che puó servire sia per un primo piatto
condendo delle tagiatelle ó come piatto unico con la polenta. (Ci
sta benissimo anche un pezzettino di cioccolata fondente durante la
cottura)
14. Quasi nessuno sa che il
TIRAMISU’ è nato in Carnia, anche se altre zone hanno rivendicato poi
una tale golosa paternità. Ecco com’è andata, dal racconto di uno dei
più rinomati pasticceri di Tolmezzo, che ha voluto sentire questa storia
dalla viva voce dei protagonisti: “Durante l’inverno 1951-52, nasceva a
Tolmezzo e precisamente all’Albergo Roma il “Tiramisù”. Nel giro di
un trentennio ha fatto il giro del mondo! Insieme a pizza, spaghetti e
gelato è uno dei 4 prodotti della cucina italiana più conosciuti al
mondo! Padre inventore di questo straordinario dolce è il sig. Giuseppe
Del Fabbro (4 maggio 1917) coadiuvato dalla moglie Norma Pielli
(1 agosto 1917), entrambi bravissimi cuochi (nella foto sono circondati
dai 5 figli). Per una esigenza di turismo domenicale (sciatori,
escursionisti che sostavano all’albergo Roma), il bravo Beppino ha
voluto creare un dolce da cucchiaio gustoso, leggero, ricostituente e
sostanzioso. Dopo parecchio tempo dedicato allo studio degli
ingredienti adatti per la sua creazione e dopo alcune prove, in una sera
di quel freddo e nevoso inverno ecco prendere forma il capolavoro di Del
Fabbro, il TIRAMISU’. I frequentatori domenicali del Roma
svuotavano decine di teglie di questo nuovo e squisito composto. Tanti
venivano a Tolmezzo (a quei tempi!) solo per gustare il tiramisù. Nel
giro di pochi decenni questo dolce si può gustare a Parigi, New York,
Tokio, Mosca. Melbourne…ecco che il capolavoro di Beppino Del Fabbro è
ormai conosciuto dappertutto”. Eccovi gli ingredienti: -
mascarpone gr 500 -
zucchero gr 400 -
tuorli d’uovo 4 -
albumi d’uovo montati a neve 4 -
caffè amaro q.b. -
savoiardi q.b. -
cacao q.b. Ed ecco la procedura: Montare i tuorli d’uovo insieme allo zucchero
ed unire il mascarpone montando per qualche minuto tutto il composto;
unire gli albumi montati a neve e delicatamente a formare un impasto
leggero e omogeneo. Inzuppare i savoiardi nel caffè amaro e
stenderli sgocciolati su una terrina dalla forma desiderata. Indi coprirli
uniformemente con uno strato del composto montato; stendere poi ancora uno
strato di savoiardi inzuppati e ricoprire ancora una volta con il
composto. Spolverare l’ultimo strato con un buon cacao amaro e lasciare
riposare in frigo almeno 12 ore. Servire con un cucchiaino e... Buona
degustazione, pensando alla Carnia!!!!
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