La chirurgia vascolare di tolmezzo

tra le vittime illustri della seconda ondata epidemica


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La chirurgia vascolare di Tolmezzo che per 30 anni ha garantito il trattamento efficace delle più svariate patologie di tipo vascolare (dagli aneurismi in rottura, alla prevenzione degli ictus, alla cura arti a rischio di amputazione) da oltre 2 mesi è chiusa nel silenzio dell’informazione, occupata dalla seconda ondata pandemica.
Il pretesto è stato la nota presenza di un solo chirurgo vascolare che da solo non puo’, da oltre 5 anni, reggere il sistema delle reperibilità notturne mensili.
Nel 2015 due specialisti sono andati in quiescenza e non sono mai stati sostituti, lasciando il servizio in mano ad un solo specialista ed alla collaborazione di medici non specialisti.

La conseguenza è che da alcuni mesi la lista di attesa di pazienti arteriopatici (oltre 50 persone: aneurismi, carotide, ischemie di arti) è bloccata e, ben che vada, andrà ad aumentare la già rilevante lista d’attesa di Udine che soffre dalle limitazioni del periodo Covid ed indirettamente andrà ad aumentare la mortalità e morbilità di queste malattie; come se non bastasse le visite di chirurgia vascolare sono rimbalzate a Udine, ovvero ad un paziente della Carnia, che verrà a fare una visita di chirurgia vascolare a Tolmezzo o a Gemona, verrà consigliato di riorganizzarsi una visita per le decisioni terapeutiche presso la chirurgia vascolare di Udine, in spregio alla prevenzione e alla tempestività delle cure di tutta la popolazione montana.
Questo è un grave vulnus per la montagna, in un momento storico in cui si parla di assicurare la prossimità delle cure in particolare ai pazienti anziani (di cui è composta la maggior parte dei paesi della Carnia).
Sarebbe bastato coprire le reperibilità notturne in collaborazione con i medici di Udine o con l’inserimento di uno specialista o contratto o meglio ancora in pianta stabile a Tolmezzo per sostenere il servizio esistente.
Molte sollecitazioni in un’ottica di integrazione con l’ospedale di Udine avevano portato nel 2019 il commissario straordinario dell’azienda unica alla discussione di un documento di attività in rete con Udine, ma a nulla è stato dato seguito nel 2020. L’ospedale di Tolmezzo ha una storia consolidata di chirurgia vascolare con un know how che riguarda le sale operatorie, l’anestesia-rianimazione, il reparto di assistenza, la fase diagnostica, quella post operatoria e quella riabilitativa.
Negli ultimi 5 anni, pur in presenza di un solo specialista, mediamente sono stati trattati chirurgicamente circa 170 pazienti per patologie vascolari arteriose e circa 60 per le meno gravi patologie venose. Le procedure chirurgiche/endovascolari/o miste sono circa 350. Le visite di chirurgia vascolare 900, gli eco-doppler 4500 e le medicazioni per ulcere circa 2500.
Dal punto di vista epidemiologico la montagna è fortemente impegnata nella lotta alle malattie vascolari; la patologia del sistema circolatorio è, per incidenza, in costante crescita per via della popolazione molto anziana e che vive in condizioni di lontananza dai centri di cura.
Un gravissimo rischio per la nostra comunità perdere risposte adeguate alla popolazione di riferimento che garantiva la presa in carico del paziente chirurgico prima, durante e dopo l’intervento chirurgico, con qualità della prestazione, tempi di attesa rispettosi delle situazioni cliniche ed in sinergia con le altre discipline.

Tolmezzo 16 novembre 2020

 


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